Terremerse, assolti l’ex governatore Vasco Errani e i due dirigenti

Il politico accusato di aver favorito la coop agricola del fratello quando era presidente dell’Emilia-Romagna: "Lunghi anni di sofferenza"

L’ex governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani

L’ex governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani

Bologna, 21 giugno 2016 - Assolto perché il fatto non sussiste. Nonostante la richiesta di condanna a un anno del pubblico ministero Nicola Proto, sostituto procuratore generale, Vasco Errani esce dopo dieci anni dall’incubo Terremerse. In Corte d’Appello si discuteva infatti il processo-bis contro l’ex governatore.

Dopo la sentenza della Cassazione che un anno fa aveva letteralmente fatto a pezzi la prima condanna d’appello, ‘resuscitando’ l’assoluzione piena pronunciata dal gup in primo grado con rito abbreviato, la pubblica accusa voleva ottenere una nuova condanna. Ma per la corte tutta al femminile presieduta dal giudice Cecilia Calandra l’impianto non ha retto. Errani era accusato di falso ideologico; insieme con lui erano alla sbarra anche i dirigenti regionali Valtiero Mazzotti e Filomena Terzini, accusati di falso e favoreggiamento, per cui Proto aveva chiesto un anno e due mesi di condanna. Anche loro sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato.

Il verdetto era slittato dal 10 giugno a dopo il ballottaggio per le elezioni amministrative.

Il caso è quello di Terremerse, la coop agricola che ottenne nel 2006 un finanziamento da un milione di euro dalla Regione per costruire una cantina vinicola a Imola. Terremerse allora era guidata dal fratello maggiore di Vasco, Giovanni Errani. Il termine di fine lavori, fissato al 31 maggio 2006, non venne rispettato e la coop taroccò le carte per ottenere lo stesso i soldi (quel filone del processo, per truffa, è finito con la prescrizione, ma i giudici hanno scritto chiaramente che il reato c’era). Ebbene, nell’ottobre 2009 un articolo del Giornale sollevò pubblicamente il caso e l’allora governatore, furibondo, decise (mal consigliato) di mandare in fretta e furia una relazione in Procura per dire che l’iter fu «verosimilmente» regolare. Cosa che non era vera. Per la Procura quello fu un tentativo di depistare le indagini per salvare Giovanni Errani.

Il processo si giocava sulla consapevolezza di Errani e dei dirigenti che scrissero la relazione: mentirono dolosamente o sbagliarono in buona fede, ingannati dalla coop e dal Comune di Imola?

Ora per Errani si riapre definitivamente la carriera politica: Vasco aveva rifiutato, come ha rivelato uno dei suoi avvocati, anche un posto nel Governo Renzi.

"Finalmente è finita - comincia così il post di Errani su Facebook -. Con questa sentenza di assoluzione si chiude una lunga vicenda processuale che forse non avrebbe dovuto nemmeno aprirsi. Si afferma così in modo definitivo la verità. Sono stati lunghi anni di sofferenza per me e per i miei familiari, sofferenza alleviata soltanto dalla solidarietà e stima che ho sentito intorno a me e per questo ancora una volta ringrazio tutte e tutti. Ho pagato un prezzo altissimo e ciò per altro ha coinvolto un’importante istituzione come la Regione Emilia-Romagna, ma sono orgoglioso di avere sempre avuto un comportamento corretto e coerente di lealtà e pieno rispetto delle istituzioni che per me vengono sempre prima delle vicende, anche le più ingiuste, che coinvolgono una persona. E’ chiarissimo che nulla potrà mai cancellare la sofferenza di questi anni, perché quando ingiustamente è in discussione l’onestà, che viene prima di ogni altra cosa, vivi un dolore intimo, interiore che è impossibile dimenticare. Non ho rancori né recriminazioni da fare, spero soltanto che anche da questa vicenda possa venire uno stimolo ad una riflessione nell’interesse del Paese, lontano dalle strumentalizzazioni, nel pieno rispetto di ogni Istituzione e dei diritti e doveri di tutti. Oggi io e la mia famiglia siamo felici".

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