Sul web nasce l’idea: “Primarie per scegliere il prossimo vescovo”

La proposta arriva dall’ex consigliere comunale del Pd Paolo Natali

Il cardinale Carlo Caffarra in uno scatto d'archivio (Foto Schicchi)

Il cardinale Carlo Caffarra in uno scatto d'archivio (Foto Schicchi)

Bologna, 14 febbraio 2015 - E se il prossimo vescovo lo scegliessero anche i cittadini di Bologna? Tecnicamente quasi una ‘eresià, eppure c’è chi l’idea la butta davvero lì: perché “non provare a coinvolgere i credenti della Diocesi di Bologna nel percorso che dovrà portare alla nomina del vescovo, per esempio chiedendo loro di descrivere il profilo che ciascuno vorrebbe avesse il successore di monsignor Caffarra?”.

Un precedente che autorizza a ‘sognare’ ci sarebbe: quando il cardinal Martini dovette lasciare, per motivi di età, la Diocesi di Milano, “fu lui stesso a promuovere una consultazione che fornisse, a chi doveva scegliere il suo successore, elementi ed indicazioni utili”.

Autore della proposta Paolo Natali, cattolico, ex consigliere comunale del Pd e vicepresidente di Tper. E’ con un post sul suo blog di qualche giorno fa che Natali lancia la suggestione sul prossimo vescovo (che peraltro potrebbe anche non essere un cardinale) e non solo quella. Infatti, dopo un mandato di oltre un decennio, quello di Carlo Caffarra, l’ex Margherita si chiede anche se un periodo così lungo si debba chiudere “nel silenzio e nell’indifferenza (magari accompagnati da qualche pettegolezzo e qualche critica sottovoce) e non attraverso un bilancio presentato pubblicamente dal vescovo stesso al popolo che gli è stato affidato, e da questo approfondito e discusso, come punto di partenza per il nuovo mandato episcopale?”.

Certo, ammette, è una “suggestione, me ne rendo conto, è poco meno che un sogno: ma, alle volte, c’è bisogno di sognare”. La riflessione di Natali, che dal 1979 al 2004 è stato componente del Consiglio pastorale diocesano, parte dal fatto che Caffarra il 26 maggio 2013 ha presentato a le ‘dimissioni’ Papa Francesco per raggiunti limiti di età.

E’ “volontà del Santo Padre Francesco che continui ancora per due anni il suo ministero episcopale a Bologna”, fu la risposta e quindi, tira le somme Natali, “entro qualche mese dovremmo conoscere il successore” di Caffarra.

Di nomi ne sono peraltro già girati: da Francesco Cavina, vescovo di Carpi, a Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini. Decide il Vaticano, e Natali sa fin troppo bene che “nella Chiesa non vigono le regole della democrazia, questo è noto e sostanzialmente accettato. Ma da qui a tenere completamente estraneo il popolo di Dio che è in Bologna nella designazione del suo prossimo pastore ce ne corre (la stessa cosa peraltro purtroppo accade anche quando in una parrocchia cambia il parroco)”.

E’ vero, prosegue nella sua riflessione Natali, “che la Chiesa non è un’istituzione democratica”, ma è “anche vero che, almeno dopo il Concilio Vaticano II, si è molto parlato di partecipazione e corresponsabilità dei laici”. E “non è senza significato” che Papa Francesco, per il Sinodo dei vescovi sulla famiglia, abbia impostato un cammino di due anni utilizzando per due volte un questionario nelle diocesi “per consultare i fedeli su temi e problemi su cui il Sinodo sarà chiamato ad assumere orientamenti ed indirizzi”.

E allora perchè non fare qualcosa di simile per il vescovo? “Certo- riconosce Natali- un processo partecipativo come questo andrebbe organizzato e gestito con cura, e richiederebbe l’esistenza e la vitalità di Consigli parrocchiali, vicariali e diocesano che il Concilio ha previsto ma che in Diocesi sono sostanzialmente in disarmo od irrilevanti”.

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