Cesena, chiude il negozio di scarpe ‘Lei e lui’ dopo 50 anni

Fu il primo ad aprire in galleria Urtoller. "Abbiamo visto sfilare le generazioni, adesso è arrivato il momento di ritirarci"

Ilario Rocchi e la moglie Iolanda in galleria Urtoller

Ilario Rocchi e la moglie Iolanda in galleria Urtoller

Cesena, 5 gennaio 2018 -. Uno alla volta, i pezzi grossi del commercio in centro storico se ne vanno ed è quasi un dispiacere doverne scrivere anche se per 'Lei e lui', negozio di calzature in Galleria Urtoller è un addio naturale, con la più semplice e implacabile delle motivazioni: gli anni, anzi, i decenni passano e la vita fa il suo corso. L’anno scorso su così per Righi calzature in via Zeffirino Re, ora è la volta di Ilario Rocchi, 83 anni, titolare di ‘Lei e lui’, affiancato dalla moglie Iolanda.

Rocchi, quando avete aperto il negozio? «Nel 1967, abbiamo appena festeggiato i 50 anni».

Che centro storico era? «Bello, come oggi. Ci situammo in una delle parti allora più moderne e innovative, la galleria Urtoller ricavata dal vecchio palazzo nobiliare Urtoller, diventata poi uno dei punti più vivi del commercio cittadino. Fummo i primi ad aprire in galleria, c’erano ancora i muratori».

Come mai decideste di stare insieme dietro al banco? «Eravamo sposati da sette anni ed era un mestiere che volevamo fare l’uno accanto all’altro».

Lei cosa faceva prima? «Il musicista: sassofonista e clarinettista in una orchestra, eravamo giovani nei memorabili anni Cinquanta».

Poi ha appeso lo strumento e alzato la serranda. «Quando sono diventato commerciante un po’ alla volta ho abbandonato la musica suonata».

Mezzo secolo di scarpe vendute. Che cosa ha visto cambiare? «Modelli e campionari. Partimmo come negozio generalista, poi ci siamo specializzati nelle grandi marche e di alcune abbiamo avuto il monopolio in città. I nostri clienti sono i giovani e le famiglie dei ragazzini che acquistano calzature per i figli. Abbiamo visto sfilare generazioni».

Via via siete diventati... nonni putativi dei vostri clienti. «Ci ha aiutato nostra figlia Marcella, ponte verso la gioventù».

Il commercio ha un futuro? «Spero di sì, senza negozi che città sarebbe? Sta cambiando il mondo. I giovani sono ammaliati dal commercio on line, ma un paio di scarpe prima di acquistarlo devi provarlo, camminarci sopra».

Voi perché lasciate? «Non per la crisi. Abbiamo più di 80 anni, siamo stati già bravi ad arrivare fin qui. La nostra è una scelta di vita e di buon senso, anche se sarà doloroso».

I clienti sanno che chiuderete? «Molti lo impareranno dal vostro giornale. Abbiamo appena messo i cartelli della svendita totale che durerà sino al 4 aprile, l’ultimo giorno di apertura».

Un desiderio da commerciante veterano uscente? «Mi piacerebbe che nel nostro negozio ci fosse continuità, con un altro negozio di calzature».