Edilizia scolastica, gli studenti protestano con i cerotti

Sette scuole mobilitate: "I nostri istituti cadono a pezzi"

Studenti delle scuole superiori di Cesena (archivio Ravaglia)

Studenti delle scuole superiori di Cesena (archivio Ravaglia)

Cesena, 18 febbraio 2017 - Può un gigantesco cerotto risanare una crepa strutturale formatasi negli anni all’interno di un’aula scolastica? Probabilmente no, ma loro questo lo sapevano già. Il gesto simbolico di disegnare un grande cerotto e appiccicarlo al muro che hanno sotto gli occhi tutti i giorni, per gli studenti dell’Agraria, ha un significato più ampio. Quello di sollevare il loro punto di vista, di avere voce in capitolo sulla problematica questione dell’edilizia scolastica cesenate che da tempo scuote la città.

«L’edilizia va cambiata, aiutataci a farlo!» si legge proprio sotto la lesione della parete. Ma questa è solo una delle tante azioni che hanno in mente di fare durante la campagna regionale Feel all rights indetta dal sindacato degli studenti delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna sul diritto allo studio. «Tramite questionari rivolti ad oltre 2000 studenti di tutte le scuole – spiega Camilla Scarpa, coordinatrice regionale della rete degli studenti medi – abbiamo riscontrato che a Cesena la situazione è più grave rispetto a tutti gli altri capoluoghi». Protestano, e continueranno a farlo a lungo, contro la decisione della Provincia di creare i due famosi poli, liceale e tecnico, spostando qua e la gli studenti superiori. Sono delusi, amareggiati.

«Abbiamo riscontrato che il 43 percento delle scuole cesenati non ha un’aula magna – continua Alexander Fiorentini, studente dell’Agraria –. La stessa percentuale denuncia laboratori non idonei alle attività didattiche. L’intonaco cade, gli autobus di punta sono sovraffollati e le classi pure». E continuano con un altro dato allarmante: il 72 per cento degli istituti durante l’inverno ha avuto problemi di riscaldamento. Dati certi, a detta loro, che fomentano la rabbia. Allora cosa si fa? «Abbiamo svolto l’indagine per informare l’opinione pubblica delle criticità che viviamo tutti i giorni – continua la studentessa coordinatrice dell’associazione –. Ci risulta molto difficile accedere ai documenti della Provincia, ma non ci arrendiamo, vogliamo chiarezza su come verranno utilizzati i fondi destinati alla scuola».

Sono una trentina i ragazzi che si stanno dando da fare nella campagna di sensibilizzazione. Fanno parte di sette istituti: Serra, Righi, Alpi, Monti, Comandini, Geometri e Agraria. Le rimanenti scuole cittadine sono state contattate ma hanno deciso di rimanerne fuori. «Quando si sono verificate le frequenti scosse di terremoto – conclude Fiorentini dell’Agraria – ad una classe è stato detto di non saltare in aula, per paura che crollasse il pavimento». E lo interrompe il collega studente del Righi: «A noi non fanno utilizzare le scale antincendio per paura che non reggano. Porteremo la nostra voce in Provincia».