A Montevecchio l’incubo è senza fine. E c’è chi per paura abbandona la casa

La frana non lascia scampo (FOTO). E intanto il tempo provoca buche e disagi sulle strade

LA TERRA BUSSA ALLE PORTE La frana  di Montevecchio

LA TERRA BUSSA ALLE PORTE La frana di Montevecchio

Cesena, 18 novembre 2014 - A fianco del cancello verniciato di verde c’è un campanello al quale nessuno risponde. La porta è chiusa e le tapparelle sono abbassate. Uno dei quattro appartamenti ancora agibili con vista sulla frana di Montevecchio (FOTO), è sfitto. Ci abitavano marito e moglie, due nonni che in quel fazzoletto di terra hanno trascorso la fetta più grande della loro vita, che quando parlavi loro di casa sapevano pensare solo a quella. Ma che con l’avvicinarsi dell’inverno non hanno saputo resistere: la paura dello smottamento che ogni giorno è sempre più vicino li ha spinti a fare le valige e a trasferirsi.

Lo racconta un ragazzo, che mentre parla tiene gli occhi incollati al mare di fango: «Due edifici sono inagibili e uno è vuoto – sospira –; ora siamo rimasti veramente pochi. E’ passata l’estate e i mesi caldi se ne sono andati. Abbiamo stretto i denti a lungo sperando di veder arrivare quel periodo, perché pensavamo che sarebbero partite le opere strutturali, invece non è successo nulla. Dicono che i fondi sono arrivati e adesso cominceranno i lavori: Va bene, ma ora che tipo di intervento si prospetta? Lo smottamento si è mangiato anche il giardino e le transenne sono davanti alla nostra porta. Le ruspe dovranno scavare e spostare terra diventata melma che continua a muoversi verso le case. Servirà?».

In diversi punti sono ancorati picchetti che tengono monitorata la posizione della montagna fangosa, uno sterminato cumulo di detriti che non corrono più come i mesi scorsi, ma che il maltempo continua ad agitare. Già, perché le instabili condizioni climatiche che hanno caratterizzato il territorio dalla scorsa primavera, stanno lasciando un segno sempre più profondo, a Montevecchio come in tante altre zone. Le frane e gli smottamenti sono tanti e lo stesso vale per i tratti stradali con l’asfalto dissestato da buche e avvallamenti. Un esempio su tutti è quello dell’E45: con la pioggia che cade intensamente, il pericolo corre lungo le linee tratteggiate di carreggiate senza corsie d’emergenza che in tanti, troppi punti sono un gruviera di buchi e rattoppi. Tra lavori in corso, deviazioni e rallentamenti, la coperta è sempre corta: per risolvere un problema, si finisce spesso per crearne uno nuovo.

I campi allagati trasformati in pantani sono il ricordo di un’estate drammatica per la nostra agricoltura, così come il maltempo che in questi giorni ha colpito Cesenatico è figlio dell’ennesima perturbazione abbattutasi sulla riviera, dopo quelle che a partire da luglio hanno tenuto chiusi tanti ombrelloni. Domenica pomeriggio in particolare il litorale è stato colpito da un’intensa grandinata che ha trasformato la Statale Adriatica in una specie di pista di pattinaggio sul ghiaccio. Il traffico si è congestionato e molti automobilisti hanno preferito fermarsi sul ciglio della strada o in corrispondenza dei sottopassi per non correre il rischio di perdere il controllo della vettura o vedersi ammaccare la carrozzeria. Poi ci sono le onde, gonfiate dalla pioggia e alzate dagli scogli del porto canale: a partire da ieri pomeriggio è iniziata una fase di allerta per le condizioni del mare che dovrebbe terminare nella mattinata di oggi.