Delitto all'ex Roverella, ha riso e giocato coi bambini prima di uccidere la madre

L’ennesima lite sfociata nel brutale omicidio in via Milani

L’immagine dell’assassino

L’immagine dell’assassino

Cesena, 27 ottobre 2015 - RACHID sorride, seduto sul pavimento del soggiorno, circondato da tre bambini che pregustano di assaggiare i dolcetti che l’uomo tiene in grembo. L’ultimo sorriso di una famiglia che non c’è più. Perché dopo l’allegria di una festicciola consumata tra le mura di casa, gli animi nell’appartamento al numero 35 della corte interna dell’ex Roverella in via Milani, nel cuore di Cesena, sono mutati in fretta: il buon umore prima ha lasciato il posto alle grida, poi alla violenza e infine alla morte. Intorno alle 22.30 di domenica, Rachid Rahali ha inferto quattro coltellate alla sua compagna, Nadia Salami, lasciandola senza vita a pochi passi dai bimbi che aspettavano di vederla ricomparire da dietro la porta del bagno dove la donna probabilmente aveva cercato rifugio. Rahali, 35 enne marocchino, coetaneo e connazionale della vittima, a quel punto ha chiamato l’ambulanza e ha atteso in casa l’arrivo dei soccorsi e delle forze dell’ordine alle quali si è consegnato, raccontando la sua versione dei fatti.

DELLE indagini si stanno occupando i carabinieri di Cesena, che hanno ascoltato a lungo Rahali con l’intento di accertare quanto accaduto. L’uomo inizialmente avrebbe raccontato che nel corso del litigio tra lui e la sua compagna, questa avrebbe preso un coltello e lui l’avrebbe colpita nel tentativo di disarmarla. Più tardi invece la ricostruzione sembrerebbe aver subito una modifica: il coltello era nelle mani della donna perché lei lo aveva preso con l’intento di minacciare un gesto estremo nel caso in cui l’uomo che le stava davanti avesse deciso di interrompere la loro relazione. I primi accertamenti medici però individuerebbero le ferite mortali nella schiena della donna, in una posizione difficilmente compatibile con lo scenario ricostruito da Rahali. L’uomo ora si trova in carcere a Forlì, a disposizione della magistratura, alla quale dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi.

Nadia Salami era arrivata a Cesena qualche anno fa, trovando alloggio in uno degli appartamenti gestiti dall’Asp nel complesso dell’ex Roverella. Con lei aveva due bimbi (attualmente di tre e quattro anni), i figli nati dal matrimonio con un italiano residente a Brescia, poi deceduto. Una volta arrivata in Romagna aveva conosciuto e si era innamorata di Rachid Rahali, col quale aveva iniziato una nuova vita. Dalla loro relazione è nato l’ultimo bimbo della donna, che ora ha due anni. L’armonia si è però rotta e i dissapori all’interno della coppia sono progressivamente aumentati.

L’UOMO formalmente era residente nell’appartamento di via Milani, ma dai primi riscontri dei carabinieri sembrerebbe che si appoggiasse pure altrove, visto tra l’altro che il suo lavoro da carrellista spesso lo portava fuori città. Domenica in ogni caso la famiglia aveva trascorso la giornata insieme: a tarda sera, quando i militari del 112 sono corsi sul luogo della tragedia, hanno trovato l’uomo vestito con indumenti da notte e per di più poche ore prima nel profilo Facebook di Rahali erano state aggiunte una serie di foto che lo ritraevano in casa attorniato dai bimbi. Quei bimbi che ora dovranno crescere senza mamma.