Cesena, fuga dalle scuole pubbliche. "Classi con troppi stranieri"

Travaso di iscritti verso le paritarie. Affluenza in calo alla Carducci, aumento continuo al Sacro Cuore

GREMBIULI L’ingresso degli alunni in una scuola elementare (foto di repertorio)

GREMBIULI L’ingresso degli alunni in una scuola elementare (foto di repertorio)

Cesena, 13 dicembre 2017 - I tempi cambiano, la popolazione di Cesena muta e le conseguenze si vedono fin dai banchi di scuola. In certe zone della città, su tutte l’area del centro storico, negli ultimi anni si sta registrando una significativa fuga degli alunni, specie i più giovani, verso la scuola paritaria e in particolare verso la Fondazione del Sacro Cuore, i cui numeri di affluenza sono in deciso aumento soprattutto all’asilo e alle elementari.

«La scuola dell’infanzia – hanno commentato ieri Cinzia Amaduzzi, Ombretta Sternini ed Emanuela Casali in occasione della presentazione degli eventi organizzati per i trent’anni del Sacro Cuore – dal 2006 a oggi è passata da 78 a 139 alunni e anche alle elementari i numeri sono cresciuti, visto nel 1987 i bambini erano 177, mentre oggi siamo arrivati a 218. I motivi? Crediamo molto nel nostro metodo di lavoro. La scuola paritaria ha la possibilità di scegliere i suoi docenti, che noi non selezioniamo in base a una ‘patente’ legata alla confessione cattolica, ma piuttosto in relazione alla disponibilità e all’attitudine a seguire il nostro progetto educativo. Non siamo la scuola dei ricchi, siamo la scuola di tutti. E anzi, se anche l’Italia riconoscesse le tutele previste in altre zone d’Europa alle paritarie, il costo delle rette potrebbe abbassarsi molto di più».

Il raffronto più impietoso è col vicino ‘Carducci’, dove la scuola d’infanzia è passata dai 130 iscritti del 2004 ai 100 del 2016, trend in ulteriore diminuzione nell’anno in corso e anche nelle stime legate al prossimo futuro. «E’ vero – analizza il dirigente scolastico Giuseppe Messina -, lo dimostra anche il fatto che quest’anno la nostra scuola dell’infanzia ha una sezione in meno. Non è piacevole doverlo dire, ma purtroppo mi capita di avere colloqui con genitori che giustificano la loro decisione di trasferire i figli altrove col fatto che qui ci sono troppi stranieri. Non posso negare l’evidenza, tutte le nostre sezioni sono in deroga rispetto alle disposizioni ministeriali che impongono un tetto massimo del 30% di non italiani».

Dei cento alunni presenti nell’anno scolastico 2016-17, 39 erano stranieri, con punte che in certe classi arrivavano anche all’80%. Messina però sta lavorando a un’inversione di tendenza.

«Comincio col fare un appello a tutte le famiglie italiane, invitandole a scegliere il Carducci. Ma a questa richiesta faccio seguire una proposta all’avanguardia in termini di contenuti, che è già partita quest’anno. Fin dai tre anni i bambini hanno il loro primo approccio con l’inglese a questo abbiamo aggiunto il potenziamento della psicomotricità e, a partire da gennaio, l’atelier creativo. Ci doteremo poi di speciali schermi multi touch ai quali avvicineremo i bimbi, con l’intento di educarli alla digitalizzazione, per evitare che in futuro siano costretti a subirla».

Commenta l’assessore alla scuola Simona Benedetti: «Il mondo è questo, tutte le scelte dei genitori sono legittime, ma è un dato di fatto che prima o poi chiunque dovrà fare i conti con la multiculturalità». Il fenomeno è accresciuto dal fatto che anche famiglie straniere che abitano in altre zone della città chiedono di poter far frequentare il Carducci ai loro pargoli perché in quell’ambito potranno fare affidamento su una rete di connazionali, preziosa quando non si può contare su parenti o nonni. «Conosciamo bene la questione- chiude Benedetti - e in ottica del prossimo anno scolastico lavoriamo per costruire una rete che coinvolga tutti i soggetti del mondo scolastico. I fattori organizzativi sono determinati».