Centinaia di musulmani in preghiera. Festa islamica a Torre del Moro

Il nostro viaggio nel luogo di culto. “La nostra fede propugna la pace“

Festa islamica a Torre del Moro (foto Ravaglia)

Festa islamica a Torre del Moro (foto Ravaglia)

Cesena, 5 ottobre 2014 - L’aria fresca del mattino accarezza il volto di una moltitudine di persone che cammina svelta verso un capannone dell’area artigianale di Torre del Moro. Un capannone che non è abbastanza grande per contenere le diverse centinaia di fedeli musulmani riuniti per celebrare la Festa del Sacrificio, la ricorrenza biblica che evoca la storia di Abramo, disposto anche a scarificare il figlio Ismaele pur di rendere onore a Dio e fermato all’ultimo momento dall’apparizione di un angelo. L’edificio è gremito, ma anche chi resta fuori toglie le scarpe in segno di devozione, stende un tappeto e guardando verso est, si prepara alla preghiera. Guida l’imam, davanti a tutti e con un microfono in mano. Parla in arabo e le sue parole sono quelle scritte nelle sure del Corano.

I fedeli accompagnano la funzione chinando il capo e inginocchiandosi. Ci sono pure i bambini, che seguono la cerimonia in silenzio, sbirciando i comportamenti dei padri. La via Longo e le strade limitrofe sono affollate di auto in sosta. I ritardatari arrivano alla spicciolata, impazienti di unirsi alla preghiera insieme al resto della comunità, un gruppo estremamente eterogeneo che raccoglie fedeli di diversi costumi e nazionalità. C’è chi arriva in jeans e maglietta e chi invece indossa gli abiti tradizionali del proprio popolo. La proprietà privata è delimitata da fettucce bianche e rosse che tutti rispettano: c’è tanta gente, ma non c’è caos. Davanti, più vicino alla strada, sono allestiti i tavoli che espongono il cibo: succhi di frutta, biscotti, datteri e patatine fritte. Nessuno li tocca, sono per la fine della funzione. La preghiera dura circa mezz’ora, al termine della quale l’imam continua a parlare per spiegare ai presenti il contenuto del testo sacro. Questa volta c’è pure la traduzione in italiano.

Il messaggio è quello che guida tutte le confessioni: il perseguimento della pace e della convivenza pacifica tra popoli. Terminato il raccoglimento, il clima cambia. Il rigoroso silenzio lascia spazio ai sorrisi, ai saluti e alle strette di mano. Si avvicina Hicham Yakine, vice presidente della comunità islamica cesenate, che indica la folla presente intorno al capannone: «E’ bello riunirci per condividere appuntamenti importanti della nostra fede. Ricordo i primi tempi a Cesena, alla fine degli anni novanta, quando le famiglie straniere si contavano sulle dita delle mani. Il nostro primo luogo di culto era un piccolo locale in corte Dandini, in pieno centro, che però è velocemente diventato inadeguato. Così ci siamo spostati. Abbiamo bisogno di un luogo di riferimento per pregare o anche semplicemente per incontrarci, coinvolgendo una fascia sempre più ampia della popolazione, anche quella che fino ad ora è rimasta ai margini della nostra comunità e che per questo spesso rischia di sentirsi isolata e di imboccare strade sbagliate. L’islam, la nostra fede, propugna la pace e il rispetto reciproco».

Intorno al centro islamico di Torre del Moro gravitano diverse centinaia di persone che provengono da tutto il comprensorio: quando il cielo è sereno e il sole riscalda, la preghiera all’aperto non è un problema, ma col freddo e sotto la pioggia le cose cambiano. Lo spazio al coperto però, soprattutto in occasione degli appuntamenti più importanti del calendario islamico, non basta per tutti: «Vorremmo effettuare dei lavori e allargare il capannone — spiega Hicham —: abbiamo chiesto più volte in Comune e aspettiamo una risposta. Vorremmo poter accogliere a braccia aperte tutti coloro che vorranno venire a trovarci. Anche quando fuori piove».