Il broker Vannini chiede scusa alle vittime, ora è in un centro di ludopatia

San Piero, perse al casinò 10 milioni affidatigli dai clienti

Silvio Vannini ha bruciato alle slot machine il patrimonio di chi aveva fiducia in lui

Silvio Vannini ha bruciato alle slot machine il patrimonio di chi aveva fiducia in lui

Cesena, 1 marzo 2016 - Vive nel cuore dell’Umbria, in un centro di recupero per malati di ludopatia Silvio Vannini, il broker di San Piero in Bagno che si è giocato la vita, il capitale suo e soprattutto quello altrui sui tavoli dei casinò. Per il suo avvocato Giordano Anconelli è «un uomo a pezzi». Un uomo «che chiede scusa – riporta il legale – e che sta cercando di dimostrarlo con i fatti e con il silenzio».

In attesa che si apra il processo – il 62enne è accusato dei reati continuati di truffa, appropriazione indebita e falso in scrittura privata – Vannini «ha resettato tutto da quando si è autodenunciato» Era il settembre scorso infatti quando l’uomo si presentò alla Guardia di finanza per autodenunciarsi con una confessione choc: «ho dilapidato i soldi dei miei clienti al gioco». Soldi, tanti: oltre 9 milioni di euro. Anche se il suo legale tende a ridimensionare la cifra. «Ma non è questo il punto – spiega Anconelli –. Il mio assistito conduce una vita monacale, radicalmente diversa da quella che conduceva prima. Vive nella comunità di recupero ed è seguito anche dallo psichiatra Alessandro Meluzzi».

Una vita radicalmente diversa rispetto alle belle auto di prima, ai viaggi e a quel sorriso magnetico che riuscì a strappare cifre considerevoli a parenti, amici e conoscenti. Le persone finite nel circolo maledetto della sua «malattia» sono una settantina. «Non ha più nulla – dice Anconelli –. Io stesso credo che chiederò il gratuito patrocinio. Spesso ci sentiamo, ogni tanto ci vediamo per preparare le prossime mosse». Le prossime mosse sulla scacchiera di un processo che si preannuncia complicato, anche perché pochi mesi fa il giudice ha rigettato la richiesta di patteggiamento.

La damnatio memoriae a carico di Silvio Vannini la si tocca con mano a San Piero in Bagno e nei paesi tenuti assieme dalla E45. Ci sono vittime che gli avrebbero consegnato fino a 750mila euro. I risparmi di tutta la vita, in alcuni casi vere e proprie fortune personali, dissolte con la velocità di una mano a dadi.

«Vannini – continua Anconelli – poco prima di autoproclamare non solo quello che aveva fatto ma anche la disperazione che aveva dentro, andava al casinò di Venezia una volta ogni due o tre giorni». Su e giù da San Piero in Bagno al Lido per un debito sempre più ingente e un demone, quello del gioco, sempre più feroce e affamato. Ora si aspetta la prima udienza del processo per l’ex giocatore indemoniato che adesso vorrebbe dimostrare la sincerità del suo ascetico ravvedimento.