Causa infinita col Comune: vent’anni per il risarcimento

Odissea di carte bollate: in ballo undicimila euro

Il Comune di Civitanova (Foto Vives)

Il Comune di Civitanova (Foto Vives)

Civitanova Marche (Macerata), 25 ottobre 2014 - Una controversia che dura da venti anni tra un cittadino e il Comune, la causa civile da dodici e alla fine Palazzo Sforza accetta di pagare il risarcimento dei danni, ma la parcella legale dovuta all’avvocato nominato è addirittura superiore alla cifra da rifondere al privato. Al legale andranno infatti 5.075 euro mentre al signor G. L., che si era visto sfasciare una recinzione di casa durante i lavori alla piscina comunale, 4.964 euro. In tutto il Comune sborserà 10.039 euro.

E dire che il privato gliene aveva chiesti 11 mila. Tanta carta bollata e una lunga causa per risparmiare appena 1.000 euro. La vicenda è il paradigma innanzitutto della giustizia lenta, ma anche di enti pubblici che dilatano i contenziosi provocando l’ingorgo di fascicoli nei tribunali e senza alcun risparmio per la collettività. La storia comincia nel 1992 quando il signor G. L., con ripetute lettere protocollate in Comune quell’anno ma anche nel 1994, nel 1996 e nel 2001, tramite il suo studio legale chiede all’ente pubblico il risarcimento dei danni provocati alla recinzione della sua abitazione in contrada San Domenico da una ruspa di una impresa edile incaricata dal Comune di eseguire i lavori presso la piscina comunale.

Il privato lamentava anche gli allagamenti al garage della sua proprietà causati dal traboccamento di acqua piovana da un fossato realizzato sulla strada adiacente la casa e finalizzato alle opere necessarie al cantiere. Per dieci anni si è andati avanti con comunicazioni e pareri di avvocati e periti fino a che, nel 2002, il tizio decide di citare in causa il Comune davanti al Tribunale di Macerata per vedersi riconosciuto il risarcimento dei danni subiti e che aveva quantificato in 11.000 euro. A quel punto, siamo nell’ottobre del 2002, Palazzo Sforza si costituisce in giudizio e la giunta nomina un legale.

Passano così altri 12 anni fino a che, nel giugno del 2014, il giudice onorario del tribunale riconosce le ragioni del privato ed emette un’ordinanza con cui propone un accordo alle parti: il pagamento al signor G. L. di 3.000 euro come risarcimento danni e ulteriori 1.500 euro per le spese legali sostenute. L’avvocato del Comune dà parere favorevole, la giunta delibera di accettare la proposta e, alla fine, si chiude una causa decennale con un risparmio per l’ente pubblico di nemmeno 1.000 euro.