Civitanova, ruba al market ma è salvata dal certificato medico

Insospettabile incastrata dai video, ma spunta il certificato medico

IL CASO Un supermercato (foto d’archivio);  a destra, l’avvocato Fernanda Recchi

IL CASO Un supermercato (foto d’archivio); a destra, l’avvocato Fernanda Recchi

Civitanova Marche, 1 ottobre 2016 - Per mesi ruba in un supermercato, nascondendo la merce nelle doppie tasche dei vestiti, e quando viene scoperta presenta un certificato in cui si attesta che soffre di una grave forma di cleptomania. E con questo sono due, a Civitanova, i casi con cui i taccheggiatori «dribblano» la denuncia penale con la dichiarazione di uno psicologo che giustifica il furto con la patologia. Che, in questo caso, era concentrata solo su alcuni oggetti, quasi sempre cosmetici e mai generi alimentari.

Non c’è una storia di disagio economico o sociale dietro questa vicenda. E l’avvocato Fernanda Recchi, che sta seguendo la pratica per conto del titolare del market, non ci sta e parte all’attacco della fabbrica dei certificati. «Credo sia ora di dire basta a una certa facilità nel rilascio di certificazioni per malattie inesistenti, malcostume che si traduce in un costo sociale altissimo, che paghiamo tutti noi – dice –. Con il mio cliente, il titolare del supermercato, abbiamo deciso di soprassedere, ma va da sé, d’ora in avanti la reazione sarà quella della denuncia e di sottoporre il soggetto a una controperizia fatta da un medico legale di parte».

Protagonista della storia è una donna di mezza età che da sei mesi arraffava cosmetici, profumi e articoli di igiene personale e per la casa dai bancali di un supermercato di periferia. Una cliente abituale, insospettabile. Del suo vizietto il personale non si accorge subito. Poi, quando gli ammanchi cominciano a diventare sistematici, arrivano sospetti e controlli. Il titolare del supermarket decide di visionare le immagini della telecamera girate durante un’intera settimana e le registrazioni inchiodano la donna mentre arraffa piccoli articoli, ma dal costo anche di 20 euro ognuno, che abilmente nascondeva in una doppia tasca realizzata nelle giacche estive o anche nei giubbini invernali.

Il bilancio delle ruberie viene stimato in circa 5.000 euro. Il titolare del supermarket allora la chiama in ufficio, le fa vedere le immagini e tenta una mediazione. La restituzione di parte della somma per chiudere la vicenda lì, senza ricorrere alla denuncia. La donna si mostra mortificata, preoccupata che la notizia trapeli nel quartiere e arrivi alla sua famiglia, chiede tempo, poi trova l’escamotage e si presenta dopo un po’ con un certificato medico, firmato da una psicologa, nel quale si attesta che soffre di cleptomania. E la fa franca.