Morte del pescatore, il dolore dell’amico. "Una fatalità"

Indagine della Capitaneria, fascicolo in procura. Il compagno: s’è tuffato con la barca in retromarcia

Dario Parere, 70 anni

Dario Parere, 70 anni

Porto Recanati (Macerata), 20 maggio 2016 – La morte di Dario Parere, il 70enne pensionato elpidiense deceduto l’altroieri al largo di Porto Recanati mentre era impegnato con un amico in una battuta di pesca sportiva, va inquadrata come una tragica fatalità. Le impressioni iniziali, quelle emerse a immediato ridosso della disgrazia, sono state confermate dai primi atti d’indagine esperiti dalla Guardia costiera. E pure dall’esito dell’ispezione cui è stata sottoposta ieri mattina all’obitorio, a cura del medico legale Antonio Tombolini, la salma dell’uomo.

Parere è morto per la gravità delle lesioni inferte dall’elica della barca al torace e al piede sinistro con la conseguente, copiosa emorragia che in mare aperto non era certamente possibile provare a contenere tempestivamente prima dell’arrivo dei soccorsi. In assenza di elementi di segno opposto, il magistrato che segue la vicenda (il pm Claudio Rastrelli) ha dato subito il nulla osta alla sepoltura. Ora attende di ricevere il rapporto informativo dalla Capitaneria di porto di Civitanova, che è titolare dell’inchiesta.

Capo Catapano (sostituisce in questi giorni il comandante Grottoli che, prossimo a lasciare Civitanova, sta godendo alcuni giorni di licenza) e i suoi collaboratori hanno verbalizzato mercoledì sera in Capitaneria le dichiarazioni di Palmiro Costanzi, l’unico testimone della tragedia. Costanzi ha rievocato la successione dei fatti. Ha riferito che stava manovrando l’imbarcazione in retromarcia, quando Parere si è tuffato deliberatamente in mare senza concordare con lui l’iniziativa, nell’intento di recuperare il pezzo di uno sportello, che era finito malauguratamente nell’acqua. Indossava solo il costume e riteneva evidentemente, essendo un provetto nuotatore e un ottimo sub, di non correre alcun rischio.

E invece qualcosa è andato storto, forse proprio per la mancata correlazione fra i due, oltreché per il mare forza 3 non facile da «governare». Parere è finito troppo a ridosso dell’elica, che lo ha ferito a morte. Sulla base di questa ricostruzione, che è parsa attendibile, non sono state ravvisate ipotesi di reato, né ci sono indagati. Ma un fascicolo è stato aperto dalla Procura e l’inchiesta va avanti, come da prassi. A cominciare dagli aspetti più tecnici e formali, relativi alla documentazione cartacea: licenze, profili assicurativi e così via. La barca dove s’è consumata la tragedia, la «Sirio» di Costanzi, non è stata sequestrata. Su questa ipotesi si era riflettuto in prima battuta, ma poi si è rinunciato a tale provvedimento, non essendo emersi nell’indagine elementi che ne raccomandassero la adozione.