Giovane prostituta si rifugia in uno chalet per sfuggire al suo aguzzino

Porto Sant'Elpidio, un passante ha sentito i suoi lamenti e si è avvicinato

Una prostituta (Foto di repertorio Newpress)

Una prostituta (Foto di repertorio Newpress)

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 17 novembre 2015 - Il fenomeno della prostituzione lascia dietro di sé storie di giovani ragazze sfruttate e sottoposte quotidianamente a forme di violenza fisica e psicologica che impedisce loro di uscire allo scoperto per denunciare i propri aguzzini. Questa volta, però, il coraggio di una di loro e la sensibilità di un cittadino, capace semplicemente di accogliere una richiesta di aiuto piuttosto che ignorarla e passare oltre, potrebbero portare ad una storia, ci auguriamo, a lieto fine.

Tutto parte dalla segnalazione di un cittadino che ricostruisce un episodio avvenuto nella notte fra domenica e lunedì. Mentre portava a spasso il suo cane sul lungomare, il giovane del posto ha sentito un lamento provenire nei pressi di uno degli chalet del litorale. Spinto dalla curiosità si è avvicinato e ha notato una giovane, di circa 20 anni, che piangeva e, visibilmente presa dallo spavento, dava la chiara impressione di volersi nascondere.

Il ragazzo ha provato a chiedere cosa potesse fare per lei, ma la giovane non parlava italiano. L’unica cosa che è riuscito a comprendere è stata che la ragazza ripeteva un inequivocabile «chiama polizia, carabinieri». Nel giro di pochi minuti i carabinieri sono arrivati sul posto e, dopo aver preso le generalità della giovane, si è posto il problema di dove far trascorrere la notte alla ragazza. Per questo, intorno a mezzanotte, è stato contattato il sindaco Nazareno Franchellucci che si è adoperato con successo per trovare una sistemazione notturna alla ragazza.

Sempre nel corso della movimentata nottata la giovane prostituta si sarebbe messa in contatto con conoscenti che attualmente risiedono fuori dall’Italia. Questi, riuscendo a comunicare con i carabinieri, avrebbero raccontato che la ragazza voleva raggiungerli per sfuggire dalle grinfie dei suoi protettori. Nel pomeriggio di ieri la giovane ha incontrato le assistenti sociali del Comune e gli agenti della polizia locale per cercare di ricostruire l’accaduto. Se nel colloquio confermerà la versione resa in un primo momento e cioè di essere vittima di uno sfruttatore sarà contattata l’associazione ‘On the Road’ che si occuperà della sua assistenza.