Buskers, "Subito al lavoro per una nuova edizione"

Roberta Galeotti, una delle colonne organizzative: "Che difficile scegliere i nuovi gruppi" FOTO Lo show in strada

I Buskers a Ferrara

I Buskers a Ferrara

Ferrara, 29 agosto 2015 - Ne è passato di tempo da quando gli organizzatori del Ferrara Buskers Festival comunicavano con i walki talki girovagando in città affinché ogni cosa fosse al suo posto. Oggi, a distanza di 28 anni, tecnologie e modi di comunicare sono cambiati radicalmente, ma è rimasta salda la passione che muove chi nel festival ci ha creduto fin dall’inizio. Come Roberta Galeotti, l’instancabile responsabile dei musicisti invitati della manifestazione, pronta a emozionarsi e a vivere con loro, i 20 gruppi protagonisti, gli intensi giorni della rassegna.

Come sta andando con i musicisti, a quasi 10 giorni dall’inizio del festival? Quali riscontri dal Ferrara Buskers Festival On Tour?

«Per i musicisti talvolta è faticoso esibirsi per così tanti giorni, ma è anche una festa. Inoltre, l’idea del Tour, che quest’anno è cominciato da Milano, è una formula che sta funzionando a meraviglia. Milano è un contesto ricco di iniziative, ma la città ha risposto bene. Siamo rimasti molto colpiti dall’accoglienza del sindaco Pisapia, che ha elogiato il festival. L’anteprima del 2016 sarà in un’altra città, un po’ a sorpresa».

Cosa accade a fine festival. Come si fa a scegliere i gruppi della nuova edizione?

«La fine del festival è un momento molto importante. Per organizzarmi annoto tutto ciò che non funziona e ciò che invece è da replicare. Appena terminata un’edizione, si comincia da subito a lavorare per la successiva. E inizio a contattare i gruppi per il prossimo anno, sceglierli non è facile, perché il livello degli artisti è sempre più alto. Il pubblico è abituato ad avere grandi aspettative».

Quest’anno c’è il ritorno di diversi buskers…

«Pete O’Connel, Rhysonic, mi ha stupito per la capacità di reinventarsi. Tanti anni fa ha partecipato al festival come one man band, vestito di strumenti. Adesso è arrivato con la sua ruota magica, la spinning wheel of song. I Cosmic Sausages sono stati qui nel ’97 e sono tornati per festeggiare i 25 anni di musica in strada. Tempo fa, uno di loro, Simon Palmer, mi ha inviato il libro scritto sulla sua vita con scritto ‘ho fatto molti festival, ma Ferrara è senza dubbio il migliore’. Anche Marianne Aya Omac ha partecipato come cantante dei Ginkobiloba nel 2000 e 2001, e adesso è tornata con un altro progetto».

Quali i momenti che ti hanno emozionato di più?

«Durante l’esibizione dei buskers nella casa circondariale di Ferrara mi sono commossa nell’ascoltare i Cinque uomini sulla cassa del morto, capaci di parole straordinarie. Speciale anche il Chill Out nel chiostro di S. Paolo».

r. c.