Comacchio, il mistero della nave romana. Fabbri: "Subito la verità"

Il sindaco: «Lo scafo? Non l’ho visto»

La nave romana trovata a Comacchio

La nave romana trovata a Comacchio

Comacchio (Ferrara), 23 marzo 2015 - Verità sulla prima nave romana di Comacchio. La chiede anche il sindaco lagunare Marco Fabbri. Dopo l’interrogazione di Antonio Di Munno (Il Faro-FI) – che ha chiesto al primo cittadino che venga fatta chiarezza sulla sorte della nave romana scoperta nel territorio comacchiese nel 1981 – anche Fabbri ora vuole capire come stanno davvero le cose. E lo chiede alla Soprintendenza.

Questi, in breve, i fatti. Agli inizi degli anni Ottanta nel territorio di Comacchio viene trovata, sottoterra un’imbarcazione di epoca romana, caratterizzata, tra l’altro, dalla presenza di tutto il carico, elemento che rende ancor più interessante la scoperta. Si decide di tirare fuori la nave dalla terra che l’ha sommersa per secoli e tentare un restauro. Lo scafo viene portato in un edificio comunale nei pressi dell’attuale Museo del carico e immerso in un apposito liquido, un liquido che dovrebbe mantenere lo stato di conservazione della nave. In una prima fase viene mostrata al pubblico ma ad un certo punto, per questioni di restauro, non viene più fatta vedere. Passano gli anni, cominciano a circolare voci spiacevoli sulla sua sorte: il restauro non sarebbe riuscito e della nave non sarebbe rimasto praticamente più nulla.

L’ARCHEOLOGO della Soprintendenza, Mario Cesarano, poco meno di un anno fa aveva dato nuove rassicurazioni sull’imbarcazione, dicendo che il restauro stava procedendo ma, allo stato attuale, non è di fatto possibile dire che fine ha fatto la nave romana. Da qui la richiesta di Di Munno. E ora anche del sindaco Fabbri, anch’egli tenuto all’oscuro della situazione: «Mi è stata data la possibilità di salire sull’impalcatura che protegge il contenitore, ma la nave non ho potuto vederla neppure io. Ho visto delle parti, anche ben conservate, ma lo scafo no. Mi hanno sempre detto che c’è ancora. Però, a questo punto, credo che anche la comunità comacchiese debba essere messa al corrente di come stanno le cose».

IL PRIMO cittadino ha quindi girato la richiesta del consigliere Di Munno alla Soprintendenza, che ha visto peraltro di recente un nuovo cambio al vertice: «Saranno loro a doverci dire qualcosa. Dobbiamo sapere cosa si sta facendo o non facendo. Noi, del resto, come amministrazione, siamo i primi a volere la verità, anche per il fatto che la nave è conservata in un locale comunale su cui paghiamo le utenze e che potrebbe eventualmente essere utilizzato in altro modo. Dopo così tanti anni, poi, credo che la verità su come stiano davvero le cose sia dovuta».