Ferrara, quando il killer rapinò un falegname: "Igor voleva la cocaina"

Rapinato un falegname lo scorso 24 febbraio a Ospital Monacale. "Poi è rimasto a parlare con me 15 minuti"

VITTIMA Il falegname rapinato il 24 febbraio scorso in casa sua (foto Bp)

VITTIMA Il falegname rapinato il 24 febbraio scorso in casa sua (foto Bp)

Ferrara, 5 maggio 2017 - "Cercava cocaina, diceva di essere in crisi d’astinenza. E voleva soldi. Ma una volta calmo, siamo rimasti a parlare 15’». Paolo, 56 anni di Ospital Monacale, ha ancora nella mente quella pistola che, nemmeno due mesi fa, gli puntò dritto in faccia Igor/Norbert. Era la sera del 24 febbraio quando il killer ricercato da mezza Italia rapinò il falegname nella sua abitazione inghiottita dalle campagne di via del Trombone. Proprio a due passi dal rudere dove Igor/Norbert, fino al 2007 e tra febbraio e marzo scorso, bivaccava stabilmente. «Erano le 19.30 – racconta Paolo mostrando la denuncia sporta ai carabinieri –, ero in casa quando ho sentito un rumore dall’esterno. Sono uscito e ho visto un uomo che cercava, con una sega da ferro, di tagliare l’inferriata di una finestra».

Lei cosa ha fatto?

«Gli ho detto: ma che c... fai

Risposta?

«Mi ha guardato: eh, che c... faccio. Poi mi sono trovato una pistola sulla faccia. Ho cercato di mantenere il sangue freddo, gli ho detto di calmarsi e che gli avrei dato i soldi che voleva. Gli ho dato il portafoglio, si è preso 60 euro e me lo ha restituito».

Sempre con la pistola puntata?

«No, in quel momento l’ha abbassata. Ha cominciato a dirmi che voleva della cocaina perché era in crisi d’astinenza e che faceva le rapine per vivere. Poi mi ha chiesto dov’era la stazione più vicina».

E’ entrato in casa?

«No, siamo rimasti fuori 10-15’ a parlare come sto facendo ora con lei».

Che cosa?

«Sì, lui si è messo tranquillo quando ha visto che non ero pericoloso. Mi ha chiesto se avevo altri soldi da dargli e che gli dispiaceva rapinarmi ma che non poteva fare altrimenti».

Fantascienza o verità?

«Legga la denuncia, è tutto scritto qui».

Com’era vestito?

«Giacca e pantaloni mimetici, berretto scuro, bandana a coprirgli la bocca e uno zaino sulle spalle. Ricordo che stava molto attento a tenersi la luce alle spalle».

Parlava bene l’italiano?

«Perfettamente».

Scusi ma i carabinieri cosa le hanno detto?

«Che quello era il classico suo comportamento. Se stai calmo, lui non fa nulla. Non ha usato violenza con me».

Aveva un mezzo di trasporto?

«No, è arrivato a piedi ed è fuggito a piedi. Da solo».

Sa che ha vissuto a due passi da lei per anni?

«No. Continuava a dirmi che faceva rapine per vivere e che nonostante in casa mia avesse visto luce e stufa accese, non ha esitato un attimo. Quelli, diceva, erano i rischi del mestiere».

I carabinieri sono tornati dopo quella sera?

«Sì, passano quasi ogni giorno. Spero proprio che Igor non torni più a farmi visita».

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