Ferrara, il ritratto dell’ex ‘rambo’, addestrato dall'esercito russo

Spietato, astuto e agile. Si specilitzzò in rapine con arco, frecce e pugnali

Il Ris al lavoro la notte dell'omicidio (Schicchi)

Il Ris al lavoro la notte dell'omicidio (Schicchi)

Ferrara, 3 aprile 2017 - Gli occhi di un killer senza pietà. È il ricordo che a Maria, la moglie di Davide Fabbri, il barista di Riccardina di Budrio ucciso, rimarrà sempre impresso della serata che ha segnato la fine della vita di suo marito. Un killer violento, senza scrupoli, addestrato all’uso delle armi e alla gestione di situazioni difficili. Le ricerche dell’uomo – che potrebbe essere lo stesso dell’agguato al vigilante di Consandolo – stanno interessando anche il Ferrarese, soprattutto la zona dell’Argentano, distante poco più di una decina di chilometri.

Il fascicolo del pm Marco Forte sull'omicidio del barista avvenuto sabato sera durante un rapina al momento è contro ignoti anche se al vaglio vi sono diversi nomi sui quali si stanno concentrando le indagini. Tra questi – va precisato che contro di lui al momento non sono mosse responsabilità – c’è anche quello di un noto pregiudicato russo, in passato conosciuto come il ‘rambo’ ferrarese. Un rapinatore solitario, armato di coltelli e ascia, un ex soldato di fanteria che venne arrestato nel 2010 per alcune rapine. Un tipo tosto che si muoveva nella notte con la scaltrezza di un gatto grazie anche alla sua enorme esperienza nelle arti marziali. Con casco integrale, cerata verde sporca di fango, coltelli e un’ascia tra le mani colpì tra le zone dell’argentano.

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I carabinieri gli diedero la caccia per settimane, lo ritrovarono in un casolare abbandonato dove dimorava. Una notte d’autunno, con i militari alle costole, per nascondersi si gettò addirittura in un canale e rimase sott’acqua fino a quando la strada non tornò nuovamente libera. Tornando ancora indietro negli anni, l’uomo salì per la prima volta alla ribalta quando si specializzò in rapine con arco, frecce e pugnali. Addestrato con i metodi dell’Armata Rossa, l’ex soldato di fanteria veniva descritto come un mezzo tra un ninja e un Robin Hood. Sempre vestito di scuro con passamontagna, nello zaino oltre al bottino, nascondeva pugnali e binocolo. Il suo stesso nome, finì nel taccuino di carabinieri e polizia anche durante le indagini sulle rapine commesse dalla banda di Ivan Pajdek. Quella stessa che poi uccise Pier Luigi Tartari.