Ferrara, sciopero dei medici. Oggi il ‘giorno nero’ per la sanità

Disagi sino a mezzanotte. Rinviati interventi e visite non urgenti, garantiti i servizi di urgenza

Medici ospedalieri (immagine d'archivio)

Medici ospedalieri (immagine d'archivio)

Ferrara, 12 dicembre 2012 - Decine e decine interventi ‘riprogrammati’, tra ospedali e le strutture convenzionate. Migliaia di prestazioni, a iniziare dai laboratori, rinviate o a rischio: oggi è il giorno nero della sanità, per lo sciopero nazionale (scattato ieri e mezzanotte), cui aderiscono tutte le sigle sindacali di medici e veterinari. Anche dirigenti tecnici e amministrativi incrociano le braccia; perciò i disagi, nel Ferrarese, saranno consistenti, per effetto di una mobilitazione «che rispetto ad altri scioperi – esordisce Pierluigi Api, consigliere nazionale Anaao Assomed –, vede unita tutta la categoria».

Le motivazioni del ‘Sanità Day’ sono riassunte in un decalogo, che i vertici sindacali in questi giorni hanno inviato al governo: «Ogni territorio trova una propria declinazione specificica – prosegue Api –: per quanto riguarda Ferrara, il dato più allarmante riguarda l’esigenza di stabilizzare tanti colleghi medici, che sono ormai precari istituzionalizzati». La realtà al Sant’Anna, per ammissione dell’esponente Anaao, è un po’ migliorata, «e sicuramente meno drammatica che in altre realtà del Paese: ma nelle due aziende ferraresi ci sono 50-55 professionisti che da cinque o sei anni lavorano in assoluta incertezza».

Perciò, garantisce Api, «lo sciopero di oggi non è per chiedere stipendi più alti, siamo consapevoli che a livello nazionale e regionale le risorse sono sempre più esigue: chiediamo, allora, di stabilizzare questi giovani colleghi, che in qualche caso sono addirittura ex giovani, destinati a invecchiare ‘precariamente’». Alla protesta dei medici aderiscono sedici sigle, in pratica tutto il ventaglio della rappresentanza; si prospetta, perciò, un’adesione consistente, con inevitabili ricadute.

Per questo, Azienda Ospedaliera e Azienda Usl hanno attivato il consueto protocollo, che garantisce i servizi sanitari d’urgenza (compresa l’attività chirurgica non differibile), la terapia intensiva, i trasporti del 118, le unità coronariche, il Pronto soccorso. L’attività ordinaria verrà svolta solo per i pazienti ricoverati; per i pazienti esterni, servirà una dose supplementare di pazienza. Saranno tra gli 80 e i 100, solo a Cona, i ‘precettati’, tenuti cioè a lavorare, in quanto legati alle attività di urgenza. Vari reparti hanno avvisato i pazienti dello spostamento di interventi e esami diagnostici, ma per molti sarà comunque un rebus.