Ferrara, vende cellulari sul web ma non li spedisce. A processo

Decine di truffati in aula. Gli annunci erano sui principali siti del settore

Una ragazza con uno smartohone

Una ragazza con uno smartohone

Ferrara, 16 febbraio 2017 - Vendeva cellulari di ultima generazione attraverso annunci sul web e, dopo aver incassato i soldi, non faceva arrivare la merce a destinazione. Questa, in estrema sintesi, l’accusa formulata nei confronti di un 54enne ferrarese finito a processo per truffa. Tra la primavera e l’estate del 2014 sarebbero state una sessantina le persone cadute nel presunto raggiro architettato dall’imputato. Persone che, da ogni angolo del Paese, avevano risposto ai post pubblicati su diversi siti internet e che pubblicizzavano smartphone di ogni marca (dagli iPhone ai Samsung) a prezzi decisamente concorrenziali ma, come confermano molte vittime, «mai talmente bassi da risultare sospetti».

A ogni annuncio veniva allegato un numero di telefono o un indirizzo email riconducibile al 54enne. Le indicazioni erano di versare il dovuto tramite bonifico su conti corrente o carte ricaricabili a sua disposizione o intestati a prestanome. Le vittime provvedevano al pagamento e dopo, secondo quanto ricostruito da carabinieri e guardia di finanza, cominciava l’odissea. La consegna iniziava ad avere ritardi sospetti e le vittime, come emerso in aula, prendevano contatti con il venditore il quale, in alcune occasioni, garantiva rimborsi che però non arrivavano mai.

Il caso è approdato in aula ieri mattina. Davanti al giudice Alessandra Testoni e al pubblico ministero Ciro Alberto Savino si sono presentate circa 25 vittime, provenienti da Lombardia, Veneto, Abruzzo, Umbria, Toscana, Friuli, Lazio e qualcuno addirittura dalla Sardegna. Ognuno ha raccontato una storia diversa ma fondamentalmente simile. Navigando in rete trovavano i cellulari dell’imputato in vendita su alcuni siti di annunci. Dal 54enne era possibile acquistare un Samsung Galaxy s4 a 214 euro o un iPhone 5c a poco più di 400 euro. Ma le vittime quei telefonini non li hanno mai visti.

«Era il premio per la promozione di mio figlio – racconta in aula uno dei diciassette testi sentiti ieri mattina –. Ho effettuato un bonifico sulla Postepay indicata. Sul sito, il cellulare risultava in spedizione. Di fatto, non mi è mai arrivato nulla». Passata qualche settimana, la vittima ha provato a chiedere la restituzione dei soldi. «Mi è stato detto che mi avrebbero risarcito – prosegue –, ma il denaro non arrivava. Così ho sporto denuncia e ho fatto anche una segnalazione all’Antitrust». A questa storia ne seguono altre, tutte più o meno uguali. Cambiano le generalità delle vittime e il contesto, ma la conclusione è la stessa. E ce ne sono ancora molti da sentire. Il difensore del 54enne, l’avvocato Monica Malagutti, al momento preferisce non sbilanciarsi. È ancora presto e i testimoni da sentire sono ancora molti.

Federico Malavasi