ANJA ROSSI
Cronaca

Sgarbi: "A Palazzo Prosperi Sacrati la mia collezione d’arte"

Sopralluogo di Vittorio Sgarbi in corso Ercole d’Este: "Presto la mia mostra arriverà a Ferrara"

Il celeberrimo balconcino di Palazzo Prosperi Sacrati in via Ercole I d’Este

Il celeberrimo balconcino di Palazzo Prosperi Sacrati in via Ercole I d’Este

Ferrara, 30 marzo 2016 - Guarda con interesse Palazzo Prosperi Sacrati: «Vorrei portare la mia collezione qui, a Ferrara, per voi morti». L’annoso ‘odi et amo’ del critico d’arte per la città estense è ormai risaputo, ma la volontà di portare la mostra «Tiziano, Lotto, Artemisia: le stanze segrete di Vittorio Sgarbi», ora visitabile a palazzo Campana ad Osimo, è ora chiara. Le 140 opere che compongono l’esposizione marchigiana potrebbero presto venire anche a Ferrara, in attesa di dar luce all’intera collezione che Sgarbi ha raccolto con la madre Rina Cavallini in oltre trent’anni di ricerche. A dirlo è lui stesso, mentre munito di pila nel taschino della giacca ispeziona, con la sorella Elisabetta, le possibili sedi di questa futura collezione.

Ma andiamo con ordine. Sulla tappa ferrarese della mostra temporanea delle stanze delle meraviglie, «non so se sarà subito dopo quella di Osimo o ci sarà prima un passaggio anche a Firenze – spiega deciso Vittorio Sgarbi -, ma ho deciso che le opere verranno a Ferrara». Quanto alla mostra permanente, ritroviamo Vittorio Sgarbi all’interno di uno degli edifici più amati ma (al contempo abbandonati) della città: il palazzo Prosperi Sacrati. Tra le erbe del cortile interno lasciate alle stagioni, Sgarbi chiede di aprire il portone per ispezionare il piano superiore della palazzina. Davanti a noi si palesa il monumentale scalone settecentesco, che porta ai piani nobili dell’edificio, un tempo percorso da duchi e dame della corte Estense e ora regno indiscusso dei piccioni.

«Con un ministro alla cultura ferrarese, non si può proprio lasciare andare un posto del genere», sottolinea avanzando. Mentre saliamo, spiega la struttura del palazzo: il differente stile delle colonne all’ingresso rispetto alla scalinata barocca. «Questi sono mille metri quadri – commenta, analizzando poi lo spazio del salone -. A Osimo lo spazio è di 1500 metri quadri, ma la mostra temporanea è composta solo da un quinto delle opere dell’intera collezione, che consta di circa 600 opere». E aggiunge, subito dopo: «Mi hanno già chiesto di lasciare la mostra lì a Osimo, visto che tutti conoscono il mio poco amore per Ferrara», commenta sarcastico Sgarbi, che in realtà ama questa città. «Ma voglio portarle qui, per voi morti. Sapete quali sono le due città più morte d’Italia? Ferrara e Ancona – continua con la provocazione –. È ora di riportare la città al suo godimento iniziale, quello Estense prima dell’arrivo pontificio, quello impresso negli affreschi di Palazzo Schifanoia». Il palazzo di fronte a Palazzo dei Diamanti è in realtà solo una delle possibilità.

«Franceschini mi ha proposto varie sedi, che sto vedendo. Vorrei dare luce alla mia collezione ben prima di morire e visto come è messo il palazzo Prosperi Sacrati, cinque anni posso aspettarli, venti no» ironizza Sgarbi, che riprende un vecchio discorso, già fatto alla città. «Tempo fa si era pensato di mettere la mia collezione al Castello, ma Marcella Zappaterra disse di no. Una volta che la Pinacoteca si sposterà al Castello, si può ripensare anche all’idea, già ipotizzata da Pier Giorgio Dall’Acqua, di darle vita al Palazzo dei Diamanti». Mostra temporanea a parte, «che si farà», dunque, è ora il momento di accendere la pila, e far luce tra le opzioni possibili per tirar fuori tutte le meraviglie della collezione Sgarbi.