Altri mille migranti in arrivo nella provincia di Bologna

Richiamo ai sindaci del circondario. Entro il 24 marzo le delibere comunali. Chi non ottempera potrà vedersi recapitare d’ufficio nuovi profughi

Imola, altri mille migranti in arrivo

Imola, altri mille migranti in arrivo

Imola, 9 marzo 2017 - Un accordo va trovato in fretta o, mormora qualche primo cittadino, «qualcun altro deciderà per noi e sarà troppo tardi». Il tema è caldissimo: l’accoglienza dei migranti sul territorio bolognese, ne sono attesi circa un migliaio in più secondo il nuovo piano del Viminale nei prossimi mesi. Un impegno che andrebbe diviso tra le amministrazioni locali, ma che per ora vede Comuni in prima linea e altri che si sono chiamati fuori, tra quest’ultimi in particolare il Circondario Imolese e alcuni municipi di medio-grandi dimensioni della Bassa.

Il bando del 24 marzo - che punta a superare l’emergenza continua e chiede alle giunte di trovare Sprar, ovvero sistemazioni di piccola scala per i profughi, come appartamenti al massimo di una decina di persone - pare l’ultima chiamata per azzerare le differenze, riequilibrare gli sforzi e aprire una nuova fase di collaborazione: «Non lo facciamo per convincere i ‘cattivi’, ma per coinvolgere tutto il territorio metropolitano», butta acqua sul fuoco l’assessore bolognese al Welfare, Luca Rizzo Nervo, mentre il sindaco Merola ricorda che «chi non aderisce a questo sistema, non potrà poi opporsi ai provvedimenti della Prefettura». I ‘ribelli’ secondo le indiscrezioni della vigilia erano 14. Un numero che potrebbe essere calato, ma, spiega Rizzo Nervo, «lo capiremo solo dalle adesioni al bando».

La matassa resta attorcigliata e il clima, pur mantenendo una cornica di fair play, piuttosto teso. Il sindaco di Baricella Andrea Bottazzi chiede esplicitamente «l’unanimità, perché questa volta è obbligatoria» e non manca di sottolineare come «gli assenti a questa riunione siano anche quelli più ritrosi». Marco Mastacchi, sindaco di Monzuno che parla a nome di 11 comuni dell’Appennino, conferma l’impegno della montagna, nonostante le quote di migranti accolti siano già oltre la soglia fissata: «Siamo ormai al completo, ma aderiamo». Si accoda Sergio Maccagnani (Pieve di Cento): «Chi fa di meno è importante che dia il proprio contributo», mentre Stefano Mazzetti, primo cittadino di Sasso Marconi (altro comune oltre i limiti di capienza) ammonisce: «Ognuno può andare per la sua strada, ma non è la soluzione, perché i numeri stanno crescendo».

Giulio Pierini (Budrio), una delle voci più critiche, suggerisce «di essere propositivi e organizzare iniziative di sensibilizzazione su tutto il territorio, per lanciare un messaggio ai cittadini». D’altronde, come riconosce Rizzo Nervo, «è un’illusione pensare che l’accoglienza si esaurisca nei centri d’emergenza, perché un impatto sulle persone c’è», come dimostrato «dai 25mila adulti accolti in Emilia-Romagna negli ultimi due anni». Ad oggi, in Città Metropolitana sono stati accolti 2.622 profughi, 1.560 solo a Bologna. Col nuovo bando si punta a riconvertire parte dei Cas, centri di accoglienza di secondo livello, in Sprar: 800 posti solo nel capoluogo metropolitano.