ENRICO AGNESSi
Cronaca

Madonna del Piratello, domenica processione lungo la via Emilia per riparare l'oltraggio

Domenica 3 aprile corteo da Croce Coperta fino al Santuario del Piratello. Restauro entro il I maggio?

Fedeli in preghiera nella Basilica Minore del Piratello

Fedeli in preghiera nella Basilica Minore del Piratello

Imola, 15 marzo 2016 – In processione lungo la via Emilia: dalla chiesa di Croce Coperta fino al Santuario della Beata Vergine del Piratello, teatro del furto sacrilego di giovedì scorso, quando qualcuno ha rubato le corone d’oro dall’effigie della Madonna danneggiando anche il dipinto caro a tutti gli imolesi.

È questo l’«atto di riparazione» voluto dal vescovo Tommaso Ghirelli, affinché siano gli stessi fedeli a chiedere pubblicamente perdono per quanto accaduto pochi giorni fa nell’edificio sacro accanto al cimitero. Un provvedimento annunciato dallo stesso vescovo già nelle ore immediatamente successive all’incredibile colpo messo a segno al Piratello e che ora è ufficialmente in programma per domenica 3 aprile con inizio alle 15.30.

Gli imolesi potranno dunque rendere omaggio all’immagine della Madonna ferita, e che con ogni probabilità per quella data non sarà restaurata, prima della liturgia solenne celebrata da monsignor Ghirelli alle 17.

La decisione è stata presa ieri, durante il vertice tra il vescovo, il canonico camerlengo don Albano Calamelli e la Confraternita del santissimo sacramento delle Rogazioni, l’associazione incaricata di maneggiare e trasportare l’immagine fin dal 1617. Un summit al termine del quale è stato stabilito di inoltrare immediatamente alla Soprintendenza una «richiesta d’urgenza» per poter cominciare al più presto i lavori di restauro sull’immagine ferita.

«I tempi? Dipende da quando avremo l’ok da Bologna – spiega Franco Camaggi, della Confraternita –. L’obiettivo è di concludere tutto entro il 1° maggio, quando comincerà il periodo delle Rogazioni e la Madonna tornerà in città. Altrimenti in processione verrà portato il dipinto nelle sue condizioni attuali».

Il dipinto quattrocentesco, colpito quasi certamente con lo stesso attrezzo usato da chi ha rubato la corona per infrangere il vetro di protezione, presenta infatti due solchi più profondi sulla parte destra e altre scalfitture superficiali. Per rimetterlo a posto serve un intervento giudicato «non particolarmente lungo» da Marco Violi, vicedirettore del museo diocesano, che però nei giorni scorsi non ha voluto sbilanciarsi sui costi. «Quelli non li abbiamo ancora quantificati – gli fanno eco dalla Confraternita –. Serve l’intervento di un tecnico della Soprintendenza per valutare il danno all’immagine, il cui valore di mercato tra l’altro non è stato mai stabilito». Ancora in piedi anche l’ipotesi di una raccolta fondi – sempre che non arrivi prima l’intervento di un mecenate – per coprire le spese. «Per il momento non se ne è discusso – taglia corto Camaggi –. Se si farà, lo deciderà il vescovo in un secondo momento».