Banca Marche, si stringe per il salvataggio. Ora summit decisivo con Fonspa

Jesi, al lavoro i commissari e anche il Fondo interbancario

Luciano Goffi, ad di Nuova Banca Marche

Luciano Goffi, ad di Nuova Banca Marche

Jesi (Ancona), 15 settembre 2014 -  Il salvataggio di Banca Marche ha le ore contate. In calendario da oggi alcuni incontri tra il Fondo interbancario tutela depositi, i commissari inviati alla fine dell’estate 2013 da Banca d’Italia e Fonspa (ex credito Fondiario oggi gruppo Tages), che dovrebbe acquisire 5 miliardi di crediti deteriorati per poi partecipare all’aumento di capitale dell’istituto di credito risanato. In settimana saranno diversi i summit fra i tre protagonisti dell’operazione che dovrebbe chiudersi in un paio di settimane

Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, circa un mese e mezzo fa, ha deliberato una garanzia sui crediti deteriorati per scongiurare la liquidazione della banca marchigiana e, assieme a una cordata di imprenditori marchigiani, avrà anche un ruolo nella ricapitalizzazione (si parla di un centinaio di milioni). Farà da garante per i crediti con una cifra che si aggirerebbe attorno agli 800 milioni. Diversamente dal salvataggio di Tercas quello del Fondo sarà un intervento non a fondo perduto, ma sotto forma di garanzia dei crediti in sofferenza, garanzie escutibili solo a partire dal 2022-2023.

La seconda parte dell’operazione di salvataggio sarà quella del rilancio della banca e della sua ricapitalizzazione (probabilmente 900 milioni di euro) per cui sarà chiesto un ulteriore sforzo al territorio e agi azionisti. Fonspa sarebbe infatti intenzionata a sottoscrivere una quota che oscilla tra il 35 e il 40%, altrettanto sarebbe destinato ai fondi di investitori privati (private equity) e la parte restante riservata al territorio. Un’operazione complessa che sembra aver preso tuttavia forma nonostante gli azionisti e le Fondazioni siano in ansia per il paventato azzeramento delle azioni (la cui negoziazione è stata sospesa dai commissari il 5 agosto scorso), come accaduto in Tercas.

Un ruolo seppur marginale potranno averlo anche le Fondazioni di Macerata, Jesi e Pesaro oggi azioniste di maggioranza di Bm (ma che hanno visto scemare notevolmente il loro patrimonio), soprattutto quella di Macerata. E dovrebbe includere una cordata di imprenditori marchigiani, guidata dall’avvocato recanatese Paolo Tanoni e caldeggiata negli scorsi mesi dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca

Presieduta dall’ex numero Uno di Enel Piero Gnudi, Fonspa è impegnata da luglio nella cosiddetta ‘due diligence’, una sorta di radiografia economico-finanziaria dell’azienda, operazione che si sta chiudendo in queste ore.