Macerata, l'ultimo dono del piccolo Filippo, morto dopo la caduta in piscina

"I suoi organi andranno a chi ne ha bisogno". La nonna indagata per omicidio colposo

Il piccolo Filippo

Il piccolo Filippo

Macerata, 27 ottobre 2017 - Non ce l'ha fatta Filippo Murga Lara, il bimbo fermano di 22 mesi caduto una settimana fa sul telo di copertura della piscina di Casale di Nanni, a Penna San Giovanni, su cui erano posati circa 15 centimetri di acqua piovana. E ora la nonna, a cui era affidato il piccolo, è indagata per omicidio colposo conseguente all’abbandono di minore e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.

Filippo era annegato mentre la nonna faceva avanti e indietro nel cortile, cercando di recuperare alcuni mobili dall’abitazione inagibile dopo il terremotoL’elettroencefalogramma piatto ieri ha indicato la morte cerebrale. «Convocata la commissione per l’accertamento di morte, alle 14.15 viene stabilito l’inizio dell’osservazione che durerà per sei ore. I genitori hanno espresso parere favorevole alla donazione di organi», aveva fatto sapere la direzione generale dell’Azienda ospedale riuniti di Ancona, in un bollettino medico dell’ospedale pediatrico Salesi diffuso nel primo pomeriggio. Alle 21.30 Filippo è morto.

Di norma, passate le sei ore di osservazione, si procede all’espianto degli organi: il paziente viene mantenuto attaccato al ventilatore e il cuore deve continuare a battere, come in un intervento chirurgico. Una volta espiantati gli organi, i macchinari vengono staccati. Nel caso del piccolino però, a causa dell’assenza prolungata di ossigeno al cervello e della presenza di acqua nei polmoni, che aveva provocato il soffocamento, nella tarda serata di ieri non si sapeva ancora quali organi potessero essere espiantati e quali invece compromessi.

Una settimana fa Filippo, di neanche due anni, giocava con le macchinine nel cortile di casa della nonna materna. Le era stato affidato come tante altre volte, essendo il padre Pedro al lavoro e la madre Laura fuori dall’Italia con l’altra figlia, di 5 anni. Il piccolo avrebbe passato il giorno a Penna San Giovanni, nella casa di solito affittata a turisti stranieri. Il terremoto ha procurato gravi danni, per cui la famiglia tornava nei fine settimana per salvare il salvabile prima dei lavori. Mentre la nonna cerca di sistemare i letti, il piccolo scivola sul telo della piscina.

«In un secondo è successa la tragedia. Sono finita, piena di sensi di colpa», aveva detto la donna, di 57 anni, quella mattina. Dopo un’ora di tentativi di rianimazione, effettuati anche da lei secondo le dritte telefoniche del 118, il bambino sembrava morto. Ma all’improvviso il cuoricino aveva ripreso a battere; l’eliambulanza era partita alla volta di Torrette e poi era stato portato al Salesi. In questi sei giorni di agonia, le speranze erano pari a zero. Sulla base di quanto segnalato dai carabinieri, il sostituto procuratore Claudio Rastrelli ha iscritto la nonna nel registro degli indagati, per omicidio colposo in conseguenza dell’abbandono di minore, e per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, perché la casa non era agibile. 

AGGIORNAMENTO Riuscito l'espianto degli organi