Farina adesso collabora: spuntano il tamburo di una pistola e un cellulare

Delitto Sarchiè: sopralluogo tra Camerino, San Severino e Castelraimondo dopo la confessione

Giuseppe e Salvo Farina (foto Calavita)

Giuseppe e Salvo Farina (foto Calavita)

Camerino (Macerata), 23 giugno 2015 – Giuseppe Farina torna sul luogo del delitto, ma questa volta in compagnia di carabinieri e del procuratore capo, per far ritrovare i pezzi dell’arma con cui avrebbe sparato al sambenedettese Pietro Sarchiè, il 18 giugno dell’anno scorso. E grazie al sopralluogo, sono stati sequestrati il tamburo di una pistola e un cellulare. Ieri pomeriggio Farina aveva concordato con gli inquirenti un giro nei luoghi in cui sarebbero avvenuti i momenti cruciali del delitto. Scortato dalla polizia penitenziaria, e seguito dal procuratore capo Giovanni Giorgio e dai carabinieri del Nucleo operativo diretti dal colonnello Leonardo Bertini, Farina è tornato a Sellano di Camerino, dove ci sarebbe stato l’agguato.

Poi a Valle dei Grilli di San Severino, dove il corpo senza vita del sambenedettese era stato parzialmente bruciato e malamente nascosto sotto alcuni scarti edili. Poi a Castelraimondo, vicino al capannone di Santo Seminara, imputato per favoreggiamento: nel capannone era stato distrutto il furgone di Sarchiè, i cui pezzi erano stati poi disseminati tra boschi, discariche, cave dismesse dell’alto Maceratese. Grazie a questo giro, i carabinieri hanno sequestrato il tamburo di una pistola: Farina ha detto che sarebbe un pezzo dell’arma del delitto, da lui distrutta proprio perché non fosse ritrovata.

Vicino al capannone di Seminara invece è stato trovato il cellulare, e anche su questo si dovranno fare delle analisi tecniche. Le ricerche proseguiranno anche nella giornata di oggi. Questa collaborazione tardiva di Farina mira ad avere qualche risultato al momento in cui sarà pronunciata la sentenza per lui e per il figlio Salvatore, al termine del processo con il rito abbreviato per l’accusa di omicidio, processo che si aprirà l’8 luglio. Giuseppe Farina ha comunque ammesso di essere stato lui a sparare, e ha dichiarato invece che il figlio, pur essendo con lui, aveva preso le distanze da quel gesto.