Le sorprese sottotraccia

Lorenzo Moroni

Lorenzo Moroni

Macerata, 31 agosto 2014 - Non manca mai di riservare sorprese suggestive il Partito democratico di Macerata. E ancora una volta — al di là dei soliti proclami per descriversi compatto e coeso — offre un’immagine distante da quella di un partito ben amalgamato. Scalpitano le anime del Pd. Tra un anno si vota, è risaputo. Il sindaco Romano Carancini — e anche questo è noto — potrebbe presentarsi per il secondo mandato. Ma — sempre per restare tra notizie che si conoscono già — lui non ha ancora sciolto la riserva. Legittimo pensare che voglia rifletterci sopra, lecito ritenere che ci stia pensando proprio per quella malcelata opposizione interna che non è mai mancata in questi quasi cinque anni di governo.

Opposizione ancora più fastidiosa di un centrodestra altrettanto frammentato al suo interno. L’estate ha spinto l’AreaDem, sotto la regia dei politici più navigati, a lavorare sottotraccia per tentare il colpo a sorpresa o estrarre il coniglio dal cilindro: trovare un candidato unico, su cui far convergere tutte le anime del Pd ed evitare le primarie. Il nome è — a questo punto era, dal momento in cui il Carlino lo ha scritto — quello dell’assessore regionale Pietro Marcolini. Il problema è che i renziani neanche ci pensano a rinunciare alle primarie. Che, per carità, sono un’ottima espressione di democrazia partecipata, ma anche un ottimo metodo per risolvere le beghe interne quando non si è d’accordo sul nome del candidato. Il segretario Micozzi non si è detto affatto scandalizzato dall’ipotesi di evitarle.

Ma il percoso è ancora lungo. E di sorprese il Pd ne riserva sempre tante.