Bimbo sparito, gli Isidori: "Ci aiuti Papa Francesco"

Sergio Isidori e le versioni di don Mario. La famiglia: "Toglietegli il segreto confessionale"

Ecco come sarebbe oggi il piccolo Isidori

Ecco come sarebbe oggi il piccolo Isidori

Macerata, 4 luglio 2015 - La famiglia Isidori lancia un appello a papa Francesco, e chiede aiuto anche al vescovo Nazareno Marconi. Trentasei anni fa a Villa Potenza scompariva Sergio Isidori, di appena cinque anni. Eraldo Isidori, il padre, e Giorgia, la sorella, mercoledì sono tornati a «Chi l’ha visto?» per chiedere, ancora una volta, aiuto. Il pm Andrea Belli aveva richiesto nel 2011 l’archiviazione del caso, dal momento che nessuna delle piste battute dagli inquirenti aveva dato risultati. La famiglia, però, aveva fatto opposizione alla chiusura delle indagini, richiedendo che almeno prima fossero ascoltati alcuni testimoni, come don Mario Buongarzoni, ma poi, due anni fa, c’è stata una nuova richiesta d’archiviazione, che è stata poi disposta. La famiglia Isidori lancia quindi un appello a papa Bergoglio affinché il sacerdote sia dispensato dal segreto confessionale relativamente alla vicenda della scomparsa del piccolo Sergio e possa quindi raccontare quello che sa. Don Mario, infatti, avrebbe ammesso di aver ricevuto informazioni sulla scomparsa di Sergio mentre svolgeva il ministero della confessione.

Don Mario, che per 30 anni è stato parroco della chiesa di san Giorgio, ha scritto un libro in cui racconta una storia molto simile alla scomparsa di Sergio, alludendo al rapimento del piccolo ad opera di un pedofilo. Ma poi, recentemente, in una dichiarazione alla polizia giudiziaria, don Mario aveva dato una sua opinione sull’accaduto, completamente differente da quanto raccontato nel libro (che il sacerdote assicura comunque essere opera di pura fantasia). Ossia, secondo il sacerdote, sarebbe stata la mamma del piccolo a trovarlo e a seppellirlo, dopo che Sergio sarebbe caduto nel fiume per una disgrazia.

Il 23 aprile 1979 a Villa Potenza si stava celebrando il funerale del parroco, c’era quindi moltissima gente in strada. Sergio sarebbe uscito dall’abitazione per raggiungere il fratello Giammaria, che stava giocando sotto casa. Da quel momento, le sue tracce si perdono. Quello di mercoledì è il secondo appello indirizzato al papa. Al primo, il Vaticano aveva risposto soltanto dando la benedizione alla famiglia. Ma «una benedizione non è neanche una risposta – dice Giorgia Isidori, che all’epoca dei fatti era ancora nella pancia della mamma – ci serve qualcosa di concreto, abbiamo il diritto di sapere la verità».

Riguardo la dichiarazione recente (2012) di Buongarzoni, Giorgia Isidori sottolinea: «Non mi sembra questo il modo di collaborare, accusando una mamma, anche incinta all’epoca, o scrivendo un libro dicendo che è morto e specificando anche dove sarebbe sepolto, sotto un mandorlo. È una cosa che fa rabbrividire. La curia, comunque, non sta venendo incontro al nostro grido d’aiuto». Da parte sua, don Mario spiega che «la storia che ho detto recentemente è solo un’ipotesi, una supposizione, sono solo delle voci. Ma è passato tanto tempo, ed è meglio non parlarne più».

Eraldo Isidori si è rivolto anche al vescovo Marconi, non ottenendo, però, risultati, dal momento che don Mario, che ha 89 anni, non svolge più funzione liturgica. «Mio padre – precisa Giorgia – aveva chiesto aiuto anche al vescovo precedente, Giuliodori, ma anche allora l’appello era stato privo di esito».