Francesco Vecchi
Modena

Modena calcio, conti in rosso: scatta l’sos

Eroso il patrimonio, si va verso la ricapitalizzazione. Caliendo promette un milione e mezzo. Assemblea straordinaria

L’attuale presidente del club, Antonio Caliendo (Foto Fiocchi)

L’attuale presidente del club, Antonio Caliendo (Foto Fiocchi)

Modena, 9 maggio 2015 - UNA SCOSSA c’è stata e va registrata. Assestamento oppure qualcosa di più solo il tempo lo potrà dire (e pare che la scadenza sia fissata per fine mese). Il Modena calcio ha completamente eroso il patrimonio netto sociale a causa delle perdite e per l’iscrizione al prossimo campionato servirà una ricapitalizzazione pari, almeno, a 1 milione e 678mila euro. ‘Iniezione’ necessaria anche dal punto di vista civilistico. Altrimenti i parametri previsti per andare avanti, allo stato attuale, non sono rispettati. Lo dicono le carte.

QUESTO SCENARIO viene fuori da documenti finora inediti, che risalgono al 24 aprile scorso, giorno in cui, nella sede di viale Monte Kosica, gli azionisti si sono riuniti in assemblea per confrontarsi sullo stato di salute del club in piena lotta per la permanenza in Serie B. Una ricapitalizzazione che, viene fuori dall’incontro al quale ha partecipato anche l’intero collegio sindacale, bisognerà mettere in atto «senza indugio».

Servono soldi, in sostanza, e bisogna trovarli entro breve. L’attuale presidente del Modena fc, Antonio Caliendo, ha in ogni caso presentato nella stessa assemblea la possibile soluzione a questo ‘buco’ che è venuto a crearsi a causa delle perdite registrate al 31 dicembre 2014 (1 milione e 517mila euro). Secondo quanto riferito, il socio di maggioranza si è reso disponibile a far fronte alla situazione, promettendo il denaro necessario. Si tratta, per la precisione, della World Promotion Company S.A., società con sede in Lussemburgo, proprietaria del 98,70% del capitale sociale del Modena. Ad amministrare la WPC è proprio Caliendo.

SOSTANZIALMENTE dal Lussemburgo ecco un finanziamento (infruttifero e postergato) di 1 milione e mezzo di euro. Soldi che andrebbero ad unirsi ai 250mila euro versati nel giugno del 2014 ed agli altri 300mila euro di gennaio 2015. In questo modo, spiega sempre Caliendo, i finanziamenti soci erogati arriverebbero entro il termine di iscrizione al prossimo campionato a 2 milioni e 50mila euro.

Somma che permetterebbe due cose: la normale iscrizione al campionato del prossimo anno e la continuità aziendale. Ora, dopo il confronto con i soci di minoranza, la cooperativa Modena Sport Club (rappresentata da Andrea Gigliotti con l’1% del capitale) e Gian Carlo Guidi (lo 0,30%), e con il collegio sindacale, il 24 aprile si sono prese due decisioni di una certa importanza. La prima: convocare al più presto un’assemblea straordinaria degli azionisti per deliberare l’azzeramento del capitale sociale, per perdite, e la conseguente ricostituzione dello stesso sul valore di 120mila euro. La seconda: comunicare tempestivamente la data dell’assemblea straordinaria affinché gli azionisti (ed è ovvio, si fa riferimento prevalentemente alla World Promotion Company) entro questa data provvedano ad effettuare i versamenti richiesti per 1 milione e 678mila euro. Si sta quindi lavorando per far fronte allo stato delle cose. Ma la scossa, o campanello d’allarme, c’è stata.

SENZA ENTRARE in giudizi sommari, perché trattandosi di finanza si rischierebbe l’effetto dell’elefante in una cristalleria, si può comunque rilevare che l’erosione del patrimonio netto sociale non è un buon sintomo. Una società in queste condizioni se non si interviene va incontro alla liquidazione. Il patrimonio netto sociale è, difatti, la differenza tra attività e passività e rappresenta la propria garanzia economica. Il tutto potrebbe rientrare con le soluzioni prospettate il 24 aprile scorso, ma non si può non tenere conto anche di alcune novità che il Modena potrebbe incontrare in vista della prossima stagione. Il riferimento è alla situazione del colosso cooperativo Cpl Concordia, principale sponsor dei Canarini travolto dallo scandalo giudiziario (da ieri è scattata la cassa integrazione dopo l’esclusione dalla White List); il non poter contare sugli incassi legati alle valorizzazioni dei giocatori (come è stato per Bababacar, Molina e Rizzo); il mancato raggiungimento dei playoff.