Pesaro, arrestato direttore Agenzia Entrate. È accusato di aver intascato tangenti

Elio Borrelli, 62 anni, in manette in città. Ma l'inchiesta è di Venezia

NEL MIRINO Elio Borrelli, classe 1954, arrivato a Pesaro a metà 2015, proprio in coincidenza con l’inizio dell’inchiesta a Venezia

NEL MIRINO Elio Borrelli, classe 1954, arrivato a Pesaro a metà 2015, proprio in coincidenza con l’inizio dell’inchiesta a Venezia

Pesaro, 17 giugno 2017 - La Guardia di Finanza ha arrestato ieri mattina per corruzione il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Pesaro Elio Borrelli di 62 anni. Le accuse che lo hanno portato in carcere provengono dalla procura di Venezia, città dove il dirigente ha lavorato prima di arrivare nel 2015 a Pesaro. Ma la particolarità è che i fatti contestati sono avvenuti dopo la sua partenza da Venezia e quindi durante la direzione dell’ufficio di Pesaro. Da quanto si è appreso, il dottor Borrelli ha continuato a «gestire» dei rapporti «corruttivi» con degli imprenditori di Jesolo.

In particolare, il direttore delle Entrate di Pesaro si sarebbe appoggiato a un suo pari grado in servizio a Venezia ottenendo in cambio, secondo l’accusa, tangenti per un totale di 140mila euro, pagate in varie tranche tra il settembre 2016 e il maggio 2017. La merce di scambio sarebbe stata questa: alleggerimento per l’80 per cento delle imposte dovute da tre società edili della provincia di Venezia riconducibili allo stesso imprenditore, passando così da 41 milioni di euro originari a poco più di 8 milioni di euro effettivamente pagati. Non solo. Secondo le carte dell’indagine, l’imprenditore ha ottenuto il ritardo degli avvisi di accertamento per debiti tributari. Per un motivo semplice: aveva così modo di chiedere rimborsi Iva per 600mila euro che in caso contrario non avrebbe potuto avere. Ma c’è anche un secondo episodio: Borrelli che il suo sostituto di Venezia si sarebbero accordati con un commercialista per ottenere 50mila euro in cambio della promessa di “limare” un accertamento tributario, con diminuzione sensibile della pretesa creditizia in favore dello Stato, sanzioni e interessi.

«È triste che alti funzionari abbiano falsato il rapporto tra Stato e cittadini in cambio di denaro, favori, regali e assunzioni: è un momento doloroso». E’ stato questo il commento del procuratore di Venezia Bruno Cherchi. «Il quadro che emerge dalla lettura degli atti della procura e suffragati dall’ordinanza del Gip - ha aggiunto Cherchi - mostra un rapporto amicale collaudato tra i vari soggetti finalizzato alla corruzione, all’accesso abusivo di materiale informatico e di violazione di segreto d’ufficio emersi in oltre due anni d’indagini, che ricostruisco almeno cinque episodi gravi, che sono solo la punta di un iceberg». «Una corruzione - ha sottolineato - seriale e sistematica in cui i funzionari si facevano pagare per lenire sanzioni pesanti». La Finanza ha sequestrato anche 440mila euro.

ro. da.