Pesaro, donna ricoverata causa malaria. Ma non è stata nei Paesi a rischio

Trasferita agli Infettivi, già dimessa. Avviate indagini epidemiologiche

TUTTO DA CHIARIRE A sinistra una ricercatrice dell’istituo Pasteur. Sotto, il ,pronto soccorso dell’ospedale. A destra, una delle zanzare infettanti

TUTTO DA CHIARIRE A sinistra una ricercatrice dell’istituo Pasteur. Sotto, il ,pronto soccorso dell’ospedale. A destra, una delle zanzare infettanti

Pesaro, 25 agosto 2017 - Caso 'anomalo' di malaria all’ospedale San Salvatore. Una donna che risulta residente nella provincia di Pesaro si è presentata venerdì 18 agosto al pronto soccorso accusando mal di testa e febbre altissima. Trasferita nel reparto di Malattie Infettive di Muraglia per essere sottoposta agli esami del caso, i sanitari le hanno diagnosticato una forma di malaria piuttosto atipica dal momento che la paziente nel corso dell’anamnesi ha raccontato di non essersi recata in luoghi a rischio mentre la malattia di solito colpisce turisti o viaggiatori di rientro dai paesi africani o asiatici che potrebbero avere più probabilità di contrarre l’infezione nelle aree dove questa è endemica.

La donna è stata sottoposta immediatamente alle terapie a base di antibiotici con un’azione specifica sul protozoo malarico che hanno dato gli effetti sperati. Tanto è vero che ieri è stata dimessa, le sue condizioni sono buone e i sanitari, per evitare inutili allarmismi, hanno voluto sottolineare che non è contagiosa. I campioni del suo sangue sono stati inviati all’Istituto superiore di Sanità per essere analizzati. Lì dovranno stabilire l’esatta tipizzazione dell’infezione. Il suo caso, ma è solo una delle ipotesi presa in esame, potrebbe infatti essere inquadrato nella cosiddetta «malaria da aeroporto»: zanzare indigene (cioè del nostro territorio) del genere Anopheles, in grado di infettarsi con agenti patogeni (come altre zanzare, sopravvissute al viaggio da luoghi ad esempio in un bagaglio), che hanno contagiato la giovane con una puntura. Ma sarebbe importante sapere dove la paziente ha soggiornato e che tipo di ambienti ha frequentato per effettuare un quadro più accurato della situazione.

Per questo, insieme agli esami dell’Istituto superiore di Sanità che stabiliranno quale è il tipo di plasmodio presente, e come prevede il sistema di sorveglianza messo in piedi dal Ministero della Salute sono state avviate le indagini epidemiologiche nei luoghi frequentati dalla donna. Si procederà con la ricerca dei potenziali focolai larvali procedendo per cerchi concentrici a partire dall’abitazione. Individuata la fonte d’infezione si procederà all’ispezione della casa e dell’area circostante, con la cattura e l’identificazione di tutte le zanzare rinvenute.

La malaria costituisce un enorme problema sanitario mondiale ed è la principale causa di morbilità e mortalità in numerose nazioni. In Italia è scomparsa a partire dagli anni ‘50 e i casi di malattia che si verificano, comunque, ogni anno nel nostro paese sono legati soprattutto ai turisti che rientrano da paesi malarici e all’immigrazione. Delle 3.633 segnalazioni di malaria notificati nel periodo 2011-2015 in Italia, solo sette sono stati classificati come casi autoctoni, trasmessi cioè da zanzare indigene.