Spingere il passeggino ora è diventato uno spasso

Il 33enne pesarese Fabio Roveti ha ideato lo "Sbigulway" (VIDEO)

Lo Sbigulway in azione su un marciapiede

Lo Sbigulway in azione su un marciapiede

Pesaro, 22 agosto 2014 - Di fatto lo “Sbigulway” è un passeggino elettrico. Agganci il passeggino, sali sullo Sbigulway e vai. La velocità è bassa, ma vuoi mettere il gusto di farsi trasporta-re? E’ quello che ha pensato Fabio Roveti, 33 anni, pesarese, artigiano del ferro di professione e “inventore” in pectore. «Di Sbigulway ne esiste uno in tutta Pesaro: l’ho costruito da solo, ideato per il gusto di farlo — spiega —. Ad ispirarmi è stata mia figlia: lo usiamo come divertimento per girare in centro storico, molto pianeggiante». Quali le mete più ambite? «La gelateria» conferma Roveti, con Sara, 5 anni, visibilmente d’accordo. Alimentato a batteria, lo “Sbigulway” «al massimo massimo, arriva a fare i 20 chilometri all’ora quest’estate è rimasto in città, certamente si è imbattuto nello “Sbigulway”: «La gente è talmente curiosa che ci ferma per chiedere dove poterlo comprare. Restano male sapendo che è unico e c’è chi addirittura “farebbe un figlio” pur — spiega Roveti —, ha un’autonomia di 17 chilometri e per ricari- carlo basta attaccarlo alla spina di casa. Servono tre ore solo se è completamente scarico». Per chi di poterlo usare». Da qui l’idea di un amico di Roveti di aprire una pagina facebook dedicata alla nuova creatura elettrica.

Del successo riscosso Roveti è piacevolmente sorpreso, tanto che confrontandosi con Alessio Bucci, imprenditore 31 enne, fan sfegatato per la mobilità sostenibile alla fine: «dello Sbigulway abbiamo realizzato la versione da bipattino elettrico. Basta sostituire il manubrio — continua l’inven- tore — e il gioco è fatto». Così anche chi ha più di cinque anni e non ha figli può aspirare ad avere uno “Sbigulway”... «E’ quello che dico io — conferma Bucci—. Sono entusiasta di questa idea. Solo che da quando lo uso paradossalmente, per girare , impiego il doppio del tempo». Perché? «Sono tantissime le persone che mi fermano continuamente per fare domande sullo Sbigulway».

Tra questi anche l’ingegnere Cristian Ricciarini, tra i fondatori di una società specializzata in start up “OCM Officine Creative, che «ha preso sul serio questo mio progetto — continua Roveti — tanto che con l’aiuto di Bucci sto cercando di migliorarlo». Se sono rose fioriranno... «Già». Da dove deriva il nome? «Sbigul è un soprannome che mi porto dietro da tempo grazie ad un amico». Cos’altro ha realizzato? «Le pantofole con la calamita». Cosa? «Sì, anche qui è merito di Sara. E’ una soluzione al fatto che le sue pantofole finivano sempre sotto un mobile. Alla meno peggio erano sotto il letto». Per porre fine alla “straziante” ricerca quotidiana...«ho messo una calamita che le appaia quando le togli. Attaccate si perdono meno». Viva il romanticismo.