Magnini al Panathlon Club: “Dopo Rio potrei ritirarmi”

Il campione pesarese ha partecipato alla serata dedicata al nuoto FOTO L'evento

Pesaro, Filippo Magnini (a sinistra) e Matteo Giunta (il secondo da destra) al Panathlon Club (Fotoprint)

Pesaro, Filippo Magnini (a sinistra) e Matteo Giunta (il secondo da destra) al Panathlon Club (Fotoprint)

Pesaro, 21 aprile 2015 - «Dopo Rio de Janeiro potrei ritirarmi. È un pensiero brutto quello di smettere, il nuoto è la mia vita, mi diverto ancora nonostante gli acciacchi fisici e i risultati arrivano, quindi adesso sono molto contento. Però io del mondo ho visto solo le piscine e si avvicina il momento di voltare pagina, anche se ancora non so cosa farò da grande». Questa la sincera affermazione del campione pesarese Filippo Magnini durante la serata organizzata dal Panathlon Club Pesaro (foto) e dedicata al nuoto.

Filippo Magnini, socio onorario del Club, è stato ospite insieme al cugino e allenatore Matteo Giunta e a Paolo Bossini, ranista campione europeo e ora direttore tecnico di Sport Village Pesaro. Presenti con loro anche i presidenti delle due società pesaresi, Luisa Patrignani della Vis Sauro Nuoto e Andrea Sebastianelli di Sport Village. Sempre vicino al Panathlon anche il Comune col sindaco Matteo Ricci e l’assessore allo Sport Mila Della Dora.

La serata era principalmente incentrata sulla storia e le prospettive del nuoto pesarese. Uno sport che ha fatto passi da gigante soprattutto nelle metodologie di allenamento. «Prima si puntava molto sulla quantità, – ha detto Matteo Giunta, tecnico di Magnini e anche di Federica Pellegrini – facendo nuotare tanto gli atleti. Ora ci si concentra più sulla qualità, controllando anche ciò che viene fatto fuori dall’acqua, quindi la prevenzione, la preparazione atletica e l’alimentazione. In uno sport dove la differenza la fanno i centesimi di secondo, tutto deve essere perfetto».

Per Paolo Bossini è fondamentale anche la preparazione mentale. «Con la mente si arriva dove non si arriva col corpo – ha detto Bossini, che ha anche raccontato come ha affrontato e sconfitto un tumore al sistema linfatico –. Ho vissuto quel periodo della mia vita come un’ulteriore gara che alla fine ho vinto».

Filippo Magnini ha dichiarato che mentalmente si sente equilibrato e forte e dopo un breve periodo di vacanza tornerà in vasca per preparare i Mondiali di Kazan (2-9 agosto) a cui si è già qualificato. Lo sguardo però è rivolto anche all’Olimpiade di Rio 2016, dopo la delusione di Londra. «È vero, a Londra non abbiamo fatto la nostra Olimpiade migliore e non abbiamo vinto medaglie. Purtroppo eravamo abituati troppo bene e i risultati che abbiamo ottenuto sembrano insufficienti, quando invece sono sempre di alto livello. Combattiamo contro nazionali di Paesi che vivono per lo sport e che hanno una cultura sportiva superiore alla nostra. Per quello che abbiamo noi siamo forti e speriamo di arrivare a Rio al top della forma. Darò il massimo, ma non credo di dover essere io l’atleta che dovrà portare a casa il maggior numero di medaglie. Ce la metteremo tutta anche ai Mondiali di Kazan dove abbiamo delle ottime staffette».

Magnini ha poi accennato alla sua campagna contro il doping e ha reso omaggio a tutti i suoi allenatori, a partire da Luisa Patrignani, perché: «Un’Olimpiade si prepara in una vita, non in uno o in due anni». La conviviale è stata molto partecipata dai soci del Panathlon che hanno applaudito anche Giuseppe Spinaci e Luciano Vichi, due nuotatori che portarono allo scudetto italiano la Vis Sauro Nuoto nel 1950. Sono passati sessant’anni, eppure sembra di parlare del medioevo, se si confronta il nuoto di allora con quello di oggi, ha dichiarato Spinaci, che però ha ricordato i tanti risultati raggiunti in quel periodo, oltre al titolo italiano.