"La Muta" di Raffaello torna a Urbino, il video del rientro

Il capolavoro del pittore urbinate è di nuovo a casa dopo il prestito alla Reggia di Venaria di Torino

Il rientro a Urbino della «Muta» di Raffaello dal prestito a Villa Venaria di Torino (Foto Emanuele Maffei)

Il rientro a Urbino della «Muta» di Raffaello dal prestito a Villa Venaria di Torino (Foto Emanuele Maffei)

Urbino, 29 gennaio 2016 - Tempo di rivoluzione, in quel di Urbino. Se l’Assessore Sgarbi se l’è data nell’epigrafe, il nuovo Direttore della Galleria Nazionale delle Marche Peter Aufreiter se l’è data nei fatti, allestendo la sua prima conferenza stampa in forma di teatrale e sapiente mise en scène.

L’occasione, il rientro a Urbino della «Muta» di Raffaello (VIDEO) dal prestito a Villa Venaria di Torino. Tanta gente nella camera di una duchessa, la prossemica di un’evocazione sconveniente prepara il climax. Imponente, il nuovo allestimento preparato «prima di tutto per dare notizia ai visitatori che Raffaello è il pittore di Urbino» ha sottolineato Aufreiter «cosa che finora si dava soltanto per scontata»: un ampio pannello didattico, dai testi rapidi ed essenziali, con la sorpresa di un «fumetto» della Gentildonna rivolto a 70 cm da terra ai bambini in visita e di un bassorilievo per i non vedenti, a contornare… una nicchia vuota.

«Ma la Muta dov’è?» si chiedevano tutti. Ed ecco che terminati i saluti, al cenno del Direttore, mani esperte estraevano dalla cassa l’opera tanto attesa, per poi rendere i giornalisti partecipi emozionati della collocazione nel suo nuovo ambiente, fatto di comunicazione tra l’arte e gli uomini, dal quale questi ultimi non possono che guadagnarci.

E magari guadagnarci anche il Museo: «aumentando l’appeal del Museo aumenteremo anche i turisti, e così motiveremo anche l’aumento del prezzo del biglietto. Ma ora, con la riforma, le entrate resteranno a noi e con quelle potremo realizzare tanti progetti sia di valorizzazione che di conservazione: le due cose vanno di pari passo. E siamo solo all’inizio» ha annunciato il Direttore. «Sono tante le proposte che mi hanno portato sul tavolo, e tante ne realizzeremo per condividere la vita del Palazzo Ducale con quella della città di Urbino». Del resto quante volte abbiamo letto e citato il Castiglione: «una città in forma di Palazzo»? Forse solo ora cominciamo a intenderne il significato più vero.