S. Marta, studenti sparpagliati, ritardi e disagi didattici

L'inizio è difficile: problemi nei trasporti per raggiungere le aule

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Pesaro, 7 ottobre 2015 - Due giorni di pratica, con gli oltre mille studenti dislocati su quattro plessi diversi in giro per la città perché la scuola è parzialmente inagibile (Pesaro Studi ospita il Branca; l’alberghiero è spalmato tra l’ex Bramante, Strada delle Marche e la Parrocchia San Carlo; la segreteria presidenza compresa sono in via Gramsci ospiti degli uffici in Provincia) e già si vede quanto «sia macchinosa e problematica questa sistemazione – osserva Jessica Nicoletti, mamma di uno studente di terza –. Un altro anno così è impensabile. La politica è avvertita: le famiglie non accetteranno giustificazioni. Gli studenti del Santa Marta devono tornare a godere pienamente del diritto allo studio». La preoccupazione, condivisa da tutti – studenti, personale della scuola e genitori – è che la situazione di emergenza non venga superata con l’inizio del nuovo anno.

«Ho mio figlio che va al San Carlo e mio nipote in Strada delle Marche – racconta la signora Valentina –. Sono d’accordo sul fatto che un altro anno in queste condizioni sia improponibile. I ragazzi sono avviliti per la situazione scomoda e rimediata. Le lezioni pratiche, grande attrazione per i giovani, sono ridotte al minimo o inesistenti come per le quinte». In effetti «noi di quinta non riusciamo a sfruttare i laboratori di via del Novecento per problemi di trasporto – testimonia Nicholas –. Anche se l’ex Bramante con quei soffitti così alti ha un’acustica pessima e i suoni rimbombano, tutto sommato va bene, ma confermo che un po’ di avvilimento c’ha preso. Siamo tutti divisi, sparpagliati per la città...».

Per vari motivi i trasporti si sono rivelati il nodo più duro da sciogliere: «Al San Carlo, oggi, dei compagni provenienti dalla vallata del Metauro sono entrati alle 9 perché hanno ritardato avendo perso la coincidenza» racconta Noa Cocchia, studentessa rappresentante d’Istituto, mentre «le mie compagne che provengono dalla Bassa Valle del Foglia – racconta Armela Forlani, altra studentessa rappresentante d’Istituto – hanno avuto un permesso di dieci minuti per raggiungere la fermata dell’autobus. Noi del Branca siamo in viale Trieste, mentre la fermata è all’altezza di via Della Robbia, lungo la statale: le mie compagne si scapicollano da settimane (Il Branca ha iniziato il 14 settembre) per non perdere la corriera. Sono andate all’Adriabus, ma proveniendo da Morciola, Rio Salso e Borgo Santa Maria non hanno trovato un accomodamento utile».

Insomma se i ragazzi corrono, non è stato facile nemmeno disegnare l’orario su quattro plessi per gli insegnanti. «Ho capito che la situazione non è facile, ma l’alternativa costituita dai doppi turni sarebbe stata peggio. O no? Possiamo affrontare tutto, servono pazienza e buon senso – osserva il preside Carlo Nicolini – tutti i giorni vado dal direttore Domenicucci e all’Ami da Romanini per limare i disagi. Importante è non avvilirsi e lavorare perché le sfide didattiche inserite dalla Riforma sono importanti». Insomma torna l’invito positivo, rimarcato anche dalla prof Sonia Marini, per cui «la scuola non è fatta soltanto di pareti, ma anche di relazioni e opportunità». Il preside ha ringraziato i professori per l’impegno, tra questi quelli delle prime classi che hanno organizzato delle lezioni con gli studenti di prima, alleviando il disagio di tre settimane di ritardo rispetto al calendario scolastico. «Insieme ad una quarantina di studenti – conferma la Marini – abbiamo fatto lezione “itinerante” scoprendo i Musei civici, la Domus Romana e Casa Rossini. Abbiamo fatto di necessità virtù». Insomma tra alti e bassi l’Alberghiero ha ripreso la rotta.