Urbino, Sigillo d’Ateneo al Carpi: “È il simbolo della rinascita dopo il sisma”

È la prima volta che il riconoscimento va a una società sportiva FOTO Il riconoscimento

Stefano Bonacini, presidente del Carpi, riceve il Sigillo d’Ateneo dell’Università di Urbino

Stefano Bonacini, presidente del Carpi, riceve il Sigillo d’Ateneo dell’Università di Urbino

Urbino, 25 maggio 2015 - Per la prima volta il Sigillo dell’Ateneo di Urbino (foto) va a una società sportiva, per celebrare un grande traguardo: il Carpi Football Club, dopo un campionato trionfale conquista la Serie A e la definizione di società modello: una squadra e uno staff passati in tre anni dalla Prima Divisione alla serie A. E questo senza top players da calciomercato, senza investire patrimoni e con una gestione intelligente, impegnata a valorizzare le risorse umane,la compattezza e i bilanci sani. 

«Il Carpi - ha detto il rettore Vilberto Stocchi nel suo discorso di apertura della cerimonia - è un modello da seguire sotto molteplici aspetti, in un periodo denso di notizie che offendono i valori dello sport e dell’efficienza gestionale. Questo risultato è tanto più importante in quanto conseguito da una città che solo tre anni fa veniva colpita da un violento terremoto. Per noi oggi è l’occasione di riflettere sui valori, anche in termini di risultato, dell’educazione allo sport cogliendo e valorizzando modelli virtuosi che uniscono impegno, sacrificio e passione. Perciò sono convinto che questo non possa definirsi un miracolo, ma il risultato di un grande lavoro di squadra. I valori tecnici si sono incontrati con una gestione manageriale che ha saputo credere in un progetto a lungo termine e che ha saputo fare scouting».

«Da qui – ha sottolineato nel suo intervento Lorenzo Lentini, presidente nazionale del Cusi (Centro universitario sportivo italiano) – si diffonde il messaggio che con il sacrificio, l’impegno e la passione i sogni possono davvero farsi realtà».  Mentre un video celebrava i momenti più significativi della stagione con la colonna sonora dell’inno composto da Paolo Belli, il ds Cristiano Giuntoli ha annunciato il ritorno del Carpi sull’erba del Montefeltro che l’anno scorso fu propizia alla cavalcata vittoriosa nel campionato cadetto: «A fine luglio – ha detto – dopo il ritiro in Trentino, ci fermeremo una settimana a Urbino».

Un omaggio alla scaramanzia ma anche all’accoglienza e allo staff tecnico della Scuola di Scienza Motorie che un anno fa offrì le proprie strutture a disposizione della squadra. Dopo di lui Stefano Bonacini, amministratore delegato del Carpi, Claudio Caliumi, presidente e Fabrizio Castori, l’allenatore marchigiano trapiantato nel Modenese. E’ stato in particolare quest’ultimo a stabilire una regola fondamentale di questo traguardo: «L’umiltà: non eravamo i più bravi – ha aggiunto con soddisfazione e un pizzico di rivincita – ma siamo stati i più forti». 

L’altro ingrediente della squadra è stato aggiunto da Giuseppe Pompilio, urbinate di adozione ora nel club carpigiano e, soprattutto, responsabile dell’area scouting della società: «Andiamo alla ricerca – ha rivelato – di giocatori di cui altri si sono dimenticati». Giocatori che poi sono chiamati alla serietà: «Il nostro calcio – ha infatti proseguito nel ragionamento il presidente Claudio Caliumi – è fatto di lavoro settimanale». Un lavoro duro, fatto di allenamenti serrati dove nessuno viene risparmiato come è stato ricordato dal capitano Filippo Porcari che dopo aver ricordato «che però alla fine paga sempre e noi lo abbiamo dimostrato», ha estratto a sorpresa un regalo inatteso per il Rettore: la maglietta biancorossa «Stocchi» col numero «Uno». Presente alla cerimonia anche la calciatrice pesarese Raffaella Manieri, difensore del Bayern Monaco e della Nazionale italiana, che ha portato il suo saluto ricevendo un omaggio dell’Ateneo dal Rettore.