pesaro, 3 luglio 2017 - Dopo trent’anni è tornata a risuonare la musica allo stadio Benelli. E che musica! I Bastille hanno inaugurato l’Rds Summer Song, la ministagione di concerti organizzata da Mca Events al comunale tornato ad aprire i cancelli per la prima volta dopo decenni ad un evento non sportivo.
Ma è stata una inaugurazione sottotono; nonostante la grande attesa dei fan infatti sul prato e in tribuna erano poco meno di 2mila gli spettatori. Un vero peccato per una serata di bella musica. Prima della band britannica sono saliti sul palco i Masstang, band urbaniese selezionata da Amat per aprire il concerto di Dan Smith e compagni. Un’esibizione breve (una quarantina di minuti), ma che ha fatto ascoltare le ottime qualità di questo gruppo elettro-rock.
Una pausa tecnica di circa mezz’ora e poi alle 21.30 sono partiti i Bastille in grande stile con una scatenatissima Send then off, che ha subito incendiato i cuori dei fan. E Dan Smith grande intrattenitore che saluta Pesaro e in perfetto italiano dice "grazie a tutti voi per esser qui".
Il clima del concerto si fa subito incandescente grazie a quella perfetta fusione tra elettronica e ritmica che rende lo stile dei Bastille unico e inconfondibile. I successi della band scorrono via in rapida successione da Laura Palmer a Warmth; da Snakes a Flaws; fino a Oblivion e Lethargy. Poi arriva una semiacustica Things We Lost in the Fire che emoziona. E la voce di Dan Smith calda, intonata che sale e regala vibrazioni. Non è poco per un gruppo che è ancora in piena evoluzione stilistica alla ricerca di un suo approdo che forse non arriverà mai. E forse è pure meglio così.
Ma, dicevamo il concerto della band sale di tono e tra un brano e l’altro Smith trova anche il tempo di mandare a quel paese sonoramente Donald Trump. E il materiale dell’ultimo album Wild world scorre via agevolmente tra le braccia alzate dei fans.
Il resto del concerto è un crescendo di ritmo (e decibel) con The Draw; The Currents; The Anchor. Fino ad un’altra hit Bad Blood e poi i quattro muri (Four walls The ballad of Perry Smith. C’è spazio per Blame e Of the Night. Ed ancora Fake It; Weight of Living, Pt. II; Glory e Good Grief. C’è tempo anche per una celebre cover dance: Rhythm Of The Night di Corona. Il finale, manco a dirlo è riservato al brano che li ha fatti conoscere al grande pubblico: Pompeii.