Omicidio di Ravenna, un tassista inguaia Cagnoni

Prima di scoprire il cadavere era da un avvocato penalista, non dal divorzista

Matteo Cagnoni

Matteo Cagnoni

Ravenna, 14 ottobre 2016 - Non sarebbe andato da un avvocato divorzista. Ma da un penalista. Quello che attualmente lo difende. E questo non dopo,ma poche ore prima che fosse trovato il cadavere della moglie nella villa abbandonata di via padre Genocchi. Un’altra crepa mette a dura prova la credibilità di Matteo Cagnoni e fa scricchiolare la sua ricostruzione di quelle giornate tra la mattina di venerdì 16 e la notte di lunedì 19 settembre, le date comprese tra la sparizione (e l’uccisione) della 39enne Giulia Ballestri e la scoperta della tragedia.

A inguaiare ulteriormente il dermatologo 51enne è la testimonianza di un tassista di Bologna. A rintracciarlo e a raccogliere il suo racconto sono stati gli uomini della Squadra Mobile di Ravenna. Cagnoni ha dichiarato che domenica 18 settembre era andato a Bologna per incontrare un legale divorzista. Che la moglie fosse morta nella villa di Ravenna da venerdì mattina – mentre lui si recava con i figli a Firenze – non ne sarebbe stato al corrente. Il delitto, in pratica, non era ancora stato accertato.

Da fonti investigative si apprende che il tassista ha riferito di avere prelevato, proprio domenica 18 settembre alle 22.06 due persone dal civico 30 di via Barberia a Bologna. Quel civico corrisponde all’indirizzo dell’avvocato Giovanni Trombini, che attualmente difende l’indagato. Sul suo taxi, ha detto, c’erano due persone, una più anziana e una più giovane. Gli investigatori hanno motivo di ritenere che si trattasse di Matteo Cagnoni e del padre Mario che lo aveva accompagnato da Firenze. «Parlavano tra di loro dicendo che avevano incontrato una terza persona», ha spiegato il tassista. Aggiungendo anche che «quello più giovane ha chiesto all’anziano: allora come ti sembra?».

Circostanza singolare, secondo la Procura: un uomo incontra un avvocato penalista prima ancora di sapere che la moglie è morta: la scoperta del cadavere risale infatti alle 00.30 di lunedì 19.

E per di più, successivamente, a detta degli inquirenti, l’indagato dichiara il falso dicendo che doveva incontrare un avvocato divorzista per la causa di separazione, il quale aveva accettato di riceverlo nonostante la giornata festiva: «Ci ha fatto una cortesia di riceverci domenica pomeriggio», aveva detto Cagnoni al Gip di Firenze, ammettendo peraltro che a quell’appuntamento c’era andato col padre.

La procura sospetta anche sulla stranezza di quella urgenza improvvisa. Ma, soprattutto, il legale divorzista che seguiva Cagnoni era un’avvocatessa il cui studio si trova a Forlì, non a Bologna. La quale aveva effettivamente incontrato la coppia nel suo ufficio, ma in precedenza, vale a dire martedì 13 settembre.