Ravenna, qui la spesa è tra le più care d’Italia

La città terza su 60 capoluoghi: una famiglia spende in media 4.309 euro all’anno

Una ragazza al supermercato

Una ragazza al supermercato

Ravenna, 17 agosto 2016 – Ravenna tra le città in cui fare la spesa costa di più. Ad essere precisi è al terzo posto dopo Rimini e Ferrara. Lo stabilisce la classifica uscita sul Sole 24 Ore del lunedì e relativa a 60 città capoluogo di provincia in tutto il paese. È stato analizzato il costo medio del carrello della spesa, partendo da un paniere di venti prodotti alimentari di prima necessità, dal pane alla carne, passando per acqua e caffè. I dati, dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, mostrano ancora una volta un Paese dalle realtà molto diverse a seconda delle zone, in particolare tra Nord e Sud.

Per quanto riguarda Ravenna, la spesa annua di una famiglia, basata sul prezzo medio dei prodotti, si aggira attorno ai 4.309 euro. A Ferrara, appena uno scalino più in alto nella classifica, la spesa è di 4.461 euro. Al primo posto c’è Rimini, con una spesa di 4.475 euro annui. A Benevento, che risulta la città più conveniente d’Italia dove fare la spesa, si arriva a 3.112 euro, contro una media nazionale di 3.779. I numeri a Ravenna rimangono alti anche quando si prende in considerazione la spesa di chi sceglie prodotti più convenienti e si affida il più possibile alle offerte. In questo caso infatti la cifra media annua è di 3.261 euro.

Trovare la città dei mosaici sul podio delle più ‘care’ d’Italia provoca parecchio stupore tra gli addetti ai lavori. Come Paolo De Lorenzi, amministratore della società che gestisce i supermercati Conad di via Galilei e all’interno del centro commerciale La fontana. «La cosa mi lascia perplesso – dice – tantopiù che l’Italia del Nord è più competitiva rispetto al Sud. C’è infatti una maggiore produttività che permette di contenere i costi». Certo la crisi ha comportato un’evoluzione dei comportamenti del consumatore, anche a Ravenna. Ma la palma della città più cara, o comunque tra le più care, viene accolta con parecchie remore.

«Rispetto al passato – spiega De Lorenzi in riferimento alle abitudini del consumatore – c’è una maggiore oculatezza. La spesa è più attenta, gli acquisti più mirati, al fine di eliminare gli sprechi». Sono spariti quasi del tutto gli accumuli, e si preferisce acquistare settimana per settimana, comprando lo stretto necessario.

«Noi continuiamo ad effettuare le offerte – conclude De Lorenzi – ma abbiamo allo stesso tempo diminuito la pressione promozionale. Abbiamo cambiato un po’ strategia, riducendo le offerte e ampliando il paniere dei prodotti a prezzo conveniene e mantenendo la convenienza per periodi di tempo più lunghi. Ci siamo resi conto che è una strategia che paga, perché va incontro alle nuove esigenze della clientela».