"File ‘pedo’ scaricati per errore. E le ragazze non sembrano minori"

Un faentino assolto dall’accusa di detenzione di materiale scabroso con minorenni

L’indagine è stata condotta dalla polizia postale

L’indagine è stata condotta dalla polizia postale

Faenza 1° luglio 2016 - Colpa del programma ‘Emule’ e del suo meccanismo di scaricamento e condivisione automatici, se quei file dal contenuto pedopornografico finirono sul pc di un cittadino faentino, mescolati a una marea di comuni filmati a luci rosse. Da qui la sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» per la quale ha optato il giudice Beatrice Bernabei, in un processo sulla detenzione di filmati scabrosi con minori come protagonisti. La Procura chiedeva una condanna a sei mesi, ritenendo provata la volontà dell’imputato di scaricare e condividere con altri utenti quei filmini.

L’inchiesta partì da Potenza, dove la polizia postale nel 2011 scoprì un cosiddetto file spia nella disponibilità di questa persona. Il 18 ottobre di quell’anno la perquisizione portò al sequestro di diverso materiale informatico. Nell’hard disk furono trovati due file sospetti – Lolitas e Young Philippines –, di uno dei quali c’era solo la traccia di scaricamento. Per la polizia postale, che li ha trasferiti su un cd, non si trattò di un ‘fake’, un errore.

Secondo la difesa nessuna prova che quei filmati fossero transitati sul computer dell’imputato, così come non è chiara l’età dei protagonisti, in quanto alcune delle ragazze «mostrano rughe», altre «hanno visi giovanili, ma sono procaci e si sa che le orientali sono minute». Sarebbe comunque mancata una volontà mirata di cercare quel tipo di materiale, la presenza consistente di normali filmati hard sul computer porta a ritenere che l’eventuale scaricamento di filmini con minori fu chiaramente un errore dovuto a meccanismi di scaricamento di file trappola, frequente su Emule.