Il direttore di Psichiatria: "Più sofferenza tra i ragazzi"

Roberto Zanfini: "Lavoriamo per ridurre la coercizione meccanica. Ma spesso vediamo persone così eccitate da pensare che ci siano nuove droghe".

Il direttore di Psichiatria: "Più sofferenza tra i ragazzi"

Il direttore di Psichiatria: "Più sofferenza tra i ragazzi"

Come trattare i pazienti psichiatrici. Un tema di grande attualità, ancora di più ora che di salute mentale si è iniziato a parlare più apertamente - anche, purtroppo, in relazione ai giovani. Il Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Ravenna organizza due convegni su argomenti importanti: il primo, ’Superare la contenzione superando le ideologie’, si svolgerà questo venerdì dalle 9 alle 18 nella sala Nullo Baldini di via Guaccimanni 10. Stessi orari e location per ’Le emergenze comportamentali: quale integrazione tra Pronto soccorso e Psichiatria’ il 17 maggio. Abbiamo parlato dell’attività del reparto con il direttore del Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Ravenna Roberto Zanfini.

Zanfini, quante sono le persone in cura?

"Il reparto ha 20 posti letto e siamo sui 750 ricoveri all’anno. Siamo tornati ai livelli pre pandemia. I ricoveri possono essere volontari o obbligatori, i cosiddetti tso".

Quali sono le situazioni che vedete più spesso?

"Negli ultimi anni sono aumentate molto le situazioni legate all’uso di sostanze che molte volte si associano ai disturbi psichici classici: adolescenti, problemi sociali e tra i giovani l’aumento di una sofferenza intensa che talvolta richiede il ricovero per disturbi alimentari, difficoltà scolastiche, autolesionismo, scarsa identificazione sessuale... Succede ovunque, sia nei maschi che nelle femmine".

La maggior parte dei ricoveri quindi riguardano giovani?

"Sono tra il 2 e il 5%, ma c’è un aumento di questi casi. E i farmaci non sono sufficienti, servono interventi di tipo relazionale, psicologico e psico-educativo".

Il primo convegno verte sulla contenzione meccanica. Come è possibile superarla?

"Dal 2016 abbiamo cambiato modo di lavorare, puntando molto sulla relazione e sul cercare di rendere l’ambiente il più umano possibile. Abbiamo fatto in modo che le persone potessero stare coi famigliari negli orari di visita, cercato di creare un clima meno repressivo. Gestiamo gli episodi di aggressività con strumenti farmacologici, relazionali e psico-sociali. In generale negli ultimi anni l’Emilia-Romagna ha attivato una serie di procedure e protocolli per la contenzione che ha portato a una riduzione del 70-80%".

Il 17 maggio si parlerà di quei casi in cui i servizi territoriali si trovano di fronte a pazienti con comportamenti difficili da gestire. Al Pronto soccorso succede spesso?

"Negli ultimi 2/3 anni c’è stato un incremento, con situazioni coercibili più frequenti. Molte volte c’è il sospetto che queste condizioni siano sostenute dall’uso di sostanze che non sempre vengono rintracciate nelle urine, eccitanti che non siamo in grado di rilevare perché non li conosciamo e che portano a un’eccitazione che dura anche 1/2/3 giorni".

Pensate che ci siano sostanze nuove, ancora sconosciute?

"Sì, e sospettiamo che giochino un ruolo importante. Anche perché spesso lo stato di eccitazione non risponde ai trattamenti farmacologici soliti".

sa.ser