ANDREA DEGIDI
Ravenna

E adesso ripartiamo

Ravenna, 20 giugno 2016 - E allora eccoti la città, Michele De Pascale. Per cinque anni è tua, con tutte le sue infinite bellezze che in tanti ci invidiano, ma anche con i suoi problemi secolari di cui spesso si parla ma che nessuno ha poi mai realmente affrontato.

De Pascale ha vinto la battaglia più difficile, si è messo in gioco a 31 anni: se avesse lasciato la roccaforte rossa al centrodestra la sua carriera politica sarebbe finita, un po’ come accadde a Silvia Bartolini nel 1999 quando consegnò Bologna a Giorgio Guazzaloca. Un cervese si prende Ravenna, se l’è presa faticosamente: non si aspettava il ballottaggio, anche se i segnali di fumo erano netti. Ora tutto verrà dimenticato: si dirà, l’importante è vincere, anche 1-0 su autogol al 90’, eppure questo ballottaggio è un sintomo di mal di pancia in un partito in crisi di identità e di rinnovamento, un extratime che andrà preso sul serio in via della Lirica, perché ogni anno la coperta è sempre più corta.

La città è tua Michele: va rivitalizzata, tolta dal suo isolamento strutturale, rinvigorita con nuove idee turistiche e sono cose che si ripetono da anni, invano. Dirai che sarai il sindaco di tutti, dovrai dimostrarlo sul campo, perché la credibilità della politica è al lumicino. Hanno votato 5 ravennati su 10, e questa è una sconfitta. La città è tua dopo una brutta campagna elettorale da parte di tutti, penosa negli ultimi 15 giorni quando paura di perdere e paura di vincere hanno trasformato il ring della sfida in un indegno pollaio, e poi ci si chiede perché la gente non va più a votare.

Il centrodestra è andato oltre le aspettative: nel secondo turno Alberghini ha incassato 9mila in più, tanti ma non sufficienti per il colpaccio. Il muro ha tenuto, Ravenna resterà un fortino del centrosinistra. Una città dove si vive bene, guai a dimenticarlo, ma immobile da tempo. Toccherà a De Pascale toglierle un po’ di ruggine. Michele, la città è tua per cinque anni, ma è anche e soprattuto dei ravennati che hanno ancora dato fiducia a un partito mai così timoroso di perdere. La città è tua, ma è bello pensare che sia anche un po’ di Enrico Liverani, al quale hai fatto bene a dedicare il primo pensiero.