Processo Aemilia, polemica avvocati-stampa. In aula il presidente Fnsi / VIDEO

Il legale si difende con un documento di otto pagine. Video-intervista al presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti

Il presidente della Fnsi Giulietti

Il presidente della Fnsi Giulietti

Reggio Emilia, 25 luglio 2017 - Non si placa la polemica nata nell’aula di Aemilia durante la deposizione del consigliere comunale Salvatore Scarpino, il 13 luglio, dopo le esternazioni del difensore di Gianluigi Sarcone Stefano Vezzadini («lo vediamo tutti i giorni, i giornali anche di questo processo scrivono cose non vere… »). Alla boutade erano seguite le invettive dei detenuti nelle gabbie alla volta dei cronisti presenti («sempre... In galera!... Scrivono articoli falsi’... »). Il legale – dopo le prese di posizione dei rappresentanti dei sindacati dell’Ordine e dei sindacati dei giornalisti a difesa della categoria – ha scritto all’Ordine degli avvocati i Bologna, alla Camera penale di Bologna, poi per conoscenza anche ai colleghi reggiani. Un documento di otto pagine, in cui l’avvocato ripercorre quanto accaduto in udienza, chiarendo la sua posizione. Tra le righe, riporta anche episodi precedenti, di presunte discrepanze fra quanto detto in aula e ciò che è stato scritto sulle cronache. Le Camere penali di Reggio e Bologna, in queste ore, stanno attendendo di leggere la trascrizione del verbale d’udienza per intervenire. Intanto oggi, il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti (sindacato nazionale dei giornalisti) ha annunciato la sua presenza nell’aula di Aemilia, prima di tornare a Roma per un incontro con il presidente della Repubblica Mattarella.   

L’episodio. Tutto è accaduto durante la testimonianza di Scarpino, mentre l’avvocato di Pasquale Brescia Viscomi chiedeva conto del suo incontro con gli altri consiglieri cutresi e l’ex sindaco Delrio davanti al prefetto Antonella De Miro. Scarpino, infatti, sosteneva che dopo aver letto una sintesi della relazione del procuratore generale fosse preoccupato di una generalizzazione e discriminazione nei confronti dei calabresi. «L’onorabilità della comunità cutrese la viola il procuratore generale o la parte non sana della comunità cutrese?», gli chiede allora il pm Marco Mescolini. A quel punto il difensore di Gianluigi Sarcone, Vezzadini (che aveva citato Scarpino come testimone, ma in quel momento non stava sostenendo l’esame), si alza in piedi e inizia a urlare: «Scusate ma lo vediamo tutti i giorni, i giornali anche di questo processo scrivono cose non vere… L’ultima l’hanno scritta ieri l’altro… »  A quel punto dalle gabbie dei detenuti partono grida all’indirizzo dei tre cronisti presenti in aula; con le braccia protese fuori dalle sbarre: «Sempre... In galera!... Scrivono articoli falsi’... ».  Voci sovrapposte, grande confusione, con anche il pm Marco Mescolini che interviene, prima che il presidente Caruso chieda una pausa. Alla ripresa dei lavori è la procura che riprende la parola definendo la frase di Vezzadini «inaccettabile». «Si può parlare di un errore della stampa... Ma qui si dà l’idea di una persecuzione», dice il sostituto procuratore antimafia.

Ecco la trascrizione della registrazione del dibattito che ne è seguito, fra l’avvocato Vezzadini, il giudice Caruso e il pm Marco Mescolini.  Vezzadini: «Io contestavo parole virgolettate che non corrispondono alla verità». Caruso: «Parole di chi?» Vezzadini: «Di lei presidente... L’ultimo la settimana scorsa, ma ne abbiamo tanti... » Caruso: «Ma noi siamo tutti d’accordo nel considerare che gli articoli giornalistici a volte sono enfatizzati, imprecisi... » Vezzadini: «Quasi sempre... Il pubblico ministero mi diceva prima, ma perché non ci fa... » Caruso: «Sì, sì... L’ho visto un articolo molto impreciso sulle mie parole. Le do atto. Anche in un altro contesto... »  Pm: «Ma non è persecutorio, è un errore. Se per caso è avvenuto non è sintomo di persecuzione o di generalizzazione. È questo che è un passaggio che... ». Vezzadini: «Io non voglio dire questo, l’errore ci può stare una volta, ci può stare una seconda volta, una terza volta ancora ancora... Ma forse una quarta, una quinta... » Caruso: «Avvocato Vezzadini, non possiamo fare un processo ai giornali. I giornali sono quelli, sono liberi... Certo, se io avessi un ufficio stampa in tribunale farei un sacco di rettifiche, purtroppo non lo posso fare». Vezzadini: «Comunque quando ha tempo vada a leggere anche quanto le hanno messo in bocca sulla vicenda del questore Gallo, che è stata riportata tra virgolette, non stanno così le cose». Caruso: «Quello non l’ho letto, un’altra cosa... Ho visto un titolo che era del tutto sbagliato... » Pm: «Avvocato Vezzadini, io le ho contestato che quello che diceva era una cosa francamente fuori luogo... » Caruso: «Non possiamo parlare della stampa, hanno dei limiti anche loro... Ma chi deve fare delle rettifiche fa delle rettifiche, ci sono delle regole. Riprendiamo».