BENEDETTA SALSI
Cronaca

Il Questore: "Per la Tav, sorveglianza anche di notte"

Intervista a Isabella Fusiello: «I filmati delle telecamere piazzate nella stazione di Calatrava tra 15 giorni inizieranno ad essere controllati in diretta dalla Polfer di piazzale Marconi»

Il questore Isabella Fusiello: «Sulla prostituzione l’ordinanza è poco efficace, ma di più non si può fare»

Il questore Isabella Fusiello: «Sulla prostituzione l’ordinanza è poco efficace, ma di più non si può fare»

Reggio Emilia, 2 settembre 2016 - Questore Fusiello, i cittadini si dicono esasperati. Hanno la percezione che siano in aumento i furti in attività commerciali, nelle case; c’è chi minaccia di ricorrere alla giustizia ‘fai da te’. Un tabaccaio vessato dalle spaccate ha divulgato una sua foto con una mazza. Che sta succedendo?

«Le forme di giustizia ‘fai da te’ non costituiscono assolutamente la via per poter risolvere i problemi; un cittadino che si espone in prima persona è pericoloso per sé e anche per gli altri. È giusto che il lavoro sulla sicurezza venga svolto dalle forze dell’ordine. Implementeremo di più ovviamente il nostro controllo dove i cittadini ci chiedono maggiore presenza».

C’è un appello che si sente di rivolgere alla cittadinanza?

«Ai cittadini dico di mantenere sempre gli occhi sul territorio e sulla propria zona e segnalarci tutte le situazioni che possono avere interesse investigativo e di vigilanza».

Sempre di più le persone ricorrono a sistemi di sicurezza privati.

«Nei vari incontri che faccio con i cittadini e associazioni di categoria anche io consiglio di implementare le misure di sicurezza passiva, ma è chiaro che è soltanto uno degli strumenti di contrasto alla microcriminalità».

Voi avete notato un incremento di furti nelle abitazioni?

«Ci sono furti, sì. Ma c’è anche la nostra azione: arresti, recupero della refurtiva. Sul fronte microcriminalità la presenza del nostro personale sul territorio penso sia tangibile e riscontrata dai cittadini. C’è un rapporto anche di fiducia. Accolgo periodicamente i comitati cittadini, anche per fare il punto della situazione, verificare le migliorie».

Qual è allora il problema?

«C’è da dire che attualmente il reato di furto non è considerato grave dal nostro legislatore, tale da giustificare una richiesta di custodia cautelare in carcere».

Quindi voi li prendete e vengono subito rimessi fuori.

«C’è l’obbligo di firma. Ma la gravità in tutto questo è soprattutto nei confronti dei cittadini stranieri, molto spesso clandestini; applicare ai clandestini l’obbligo di firma significa non solo vanificare tutta la nostra attività, ma addirittura obbligare il clandestino a rimanere comunque sul territorio dello Stato, senza che abbia di fatto un mezzo lecito per sopravvivere o sostenersi».

È frustrante per i suoi agenti?

«Non diciamo frustrante. È il nostro mestiere, noi rispettiamo la legge e crediamo nel nostro lavoro. Cerchiamo di utilizzare tutti gli strumenti possibili che abbiamo a disposizione».

Però auspicherebbe un inquadramento diverso rispetto a questi tipi di reati?

«Sono reati che io ritengo particolarmente gravi perché vanno a ledere l’aspetto personale; soprattutto l’intrusione all’interno di una casa, considerato il rifugio della famiglia e degli affetti. In casa ci si vorrebbe sentire sicuri».

In centro storico ci sono ancora zone di degrado. Ma al Valli la situazione in poco tempo è notevolmente migliorata. Che cosa è cambiato?

«Io vado tutte le sere in quella zona a controllare e devo dire che, in questo caso, l’ordinanza del sindaco che ha previsto la chiusura di esercizi etnici e non consente più di riunirsi e stanziarsi in quelle zone, ha prodotto effetti veramente straordinari. La sera quella zona è pulita».

Sulla stazione Mediopadana, invece, c’è ancora da lavorare. Da mesi sul piatto c’è la questione sicurezza. Serve maggiore presidio, il tabaccaio ha presentato un progetto per dotarsi di misure di sicurezza private ora al vaglio dell’architetto Calatrava. Ma da parte di Comune, questura e prefettura quali passi avanti sono stati fatti?

«Il Comune ha attivato un appalto con un istituto di vigilanza. E io proprio oggi (ieri, ndr) ho parlato con un ingegnere delle Ferrovie dello Stato per remotizzare le diverse decine di telecamere che sono all’interno dell’ufficio di polizia della Tav, spostandole in quello di Polfer della stazione centrale. Entro 15 giorni, quindi, le immagini della videosorveglianza alla Mediopadana, sia sui binari che all’esterno, verranno controllate 24 ore su 24 negli uffici della Polfer di piazzale Marconi. In questo modo ci sarà un controllo più stretto della polizia».

Attraverso un reportage, il Carlino ha segnalato un ‘buco’ di sorveglianza dalle 23,30 (orario dell’ultimo treno) a mezzanotte e mezza.

«Si potrebbe auspicare una chiusura anticipata della stazione, vicina all’ultimo treno. Ma i problemi all’esterno, di notte, rimarrebbero. E non è possibile prevedere un presidio Polfer quando la stazione è chiusa, non possiamo diventare vigilantes di una struttura privata. Ha senso la nostra presenza quando c’è movimento di passeggeri. Ecco perché è necessario che sia sorvegliata dalla vigilanza privata. Fermo restando un piano di controllo coordinato da parte delle forze dell’ordine».

Prostituzione: al momento ci sono due fronti di lavoro opposti. Da una parte state ottenendo grandi risultati nella chiusura di finti centri massaggi cinesi, dall’altro la cittadinanza lamenta il proliferare delle lucciole in strada.

«La chiusura dei 17 centri massaggi cinesi è frutto di un grosso lavoro investigativo fatto dalla squadra mobile; sequestrare un locale dietro il quale si nasconde una vera e propria attività di favoreggiamento della prostituzione è un risultato dal punto di vista operativo. In questo c’è anche una forte collaborazione dell’autorità giudiziaria».

Perché proprio ora?

«Non erano mai finiti sotto la nostra lente di ingrandimento, ma sono stati i cittadini a evidenziare la presenza di questi centri nelle loro zone. A seguito di segnalazioni ed esposti è cominciato il nostro lavoro; è chiaro che avendo il polso della situazione ora si riesce con molta facilità a individuarne altri e anche quelli nuovi che aprono».

Diversa invece la situazione delle squillo sulla via Emilia.

«È un fenomeno più difficile da arginare. Perché non è vietata, come è ben noto la legge non prevede una sanzione penale per chi esercita liberamente l’attività di meretricio in strada; per cui l’attività principale per noi è quella di prevenzione».

In che modo?

«Con la nostra presenza sul territorio e cercando di farle allontanare il più possibile. E, soprattutto, disincentivando i clienti dall’avvicinarsi. La nostra presenza in strada sul territorio provoca questo effetto».

A Pieve Modolena, però, l’ordinanza del sindaco non pare aver sortito gli effetti sperati: 12 multe in due mesi sembrano un po’ poche rispetto alla quantità di offerta e domanda.

«L’ordinanza può essere un deterrente, ma non è quel provvedimento fortemente efficace tale da contrastarlo totalmente»

Perché?

«Si tratta di cittadine straniere, che non sono residenti sul territorio, le multe non le pagano. Hanno invece una maggiore efficacia quelle rivolte ai clienti, che per la maggior parte sono cittadini italiani e facilmente individuabili».

Però i clienti quando vi vedono non si fermano.

«Esatto. Ecco perché l’attività di prevenzione è importante. Esiste un piano coordinato di controllo che prevede che, a turno, tutte le forze di polizia, contribuiscano con il proprio personale alla presenza in quelle zone».

Che cosa si può fare di più?

«Niente. Deve intervenire il legislatore. Se non viene modificata la legge sulla prostituzione in strada, prevedendo il divieto dell’esercizio dell’attività in strada, quello che ci è consentito di fare è questo».