Sesso, la mappa della città a luci rosse

Controlli dei carabinieri sulla via Emilia. E non solo

Controlli antiprostituzione dei carabinieri

Controlli antiprostituzione dei carabinieri

Reggio Emilia, 18 febbraio 2017 - In un misto di imbarazzo e arroganza, alcuni potenziali clienti del sesso a pagamento hanno invocato la privacy per non essere scoperti dai familiari, durante il blitz antiprostituzione compiuto dai carabinieri la scorsa notte tra Villa Cella e Pieve Modolena, sulla via Emilia. Oltre alle sanzioni scattate per quattro donne per invito al libertinaggio in modo scandaloso e molesto, i militari hanno pure accertato una specie di divisione delle strade a seconda di sesso e nazionalità degli “operatori”.

I trans prevalentemente peruviani e venezuelani si prostituiscono tra via Gianbattista Vico fino a via Newton compresa condividendo, in alcuni casi, l’area con prostituite rumene, le quali a loro volta popolano maggiormente la via Fratelli Cervi. Tra via Vico verso la zona industriale di Corte Tegge ci sono le albanesi mentre nella parte terminale della via Emilia che poi porta a Calerno si prostituiscono le brasiliane.

Le prostitute albanesi e rumene sono “autoctone” o al massimo giungono dalla limitrofe province di Parma e Modena così come le prostitute brasiliane, mentre i viados praticano la prostituzione in trasferta provenendo per la maggior parte dall’hinterland milanese.

Complessivamente i carabinieri hanno controllato una ventina di prostitute e una decina di clienti tra professionisti, impiegati ed operai, molti dei quali coniugati, con un’età compresa tra i 25 ed i 65 anni. Le prostitute hanno proseguito la loro sosta sul posto dopo il controllo dei carabinieri, ma è stata una notte “magra” proprio per la perdurante presenza dei militari, che ha scoraggiato l’avvicinamento di possibili clienti. Ma non c’è solo al via Emilia al centro della prostituzione. Tra via Sani e via Emilia Ospizio la prostituzione avviene in strada da parte di cittadine cinesi che poi “spariscono” all’imbrunire.

Ben più variegata la nazionalità e le aree cittadine della prostituzione nelle private abitazioni. Qui si trovano anche cittadine polacche, ucraine, russe, argentine e italiane che accettano gli incontri solo attraverso linguaggi convenzionali con i clienti con cui hanno il primo contatto telefonico. Ci sono appartamenti-alcova in viale Montegrappa, nella zona dello Stadio Mirabello, in via Veneri, in via Emilia Ospizio, nel quartiere della Papagnocca, in zona Baragalla, via che Guevara, a San Maurizio ed anche nei pressi del Centro Commerciale Meridiana.

I carabinieri stanno mappando questi immobili per verificare se dietro il fenomeno vi sia la compiacenza dei proprietari che con la loro condotta agevolano lo sfruttamento della prostituzione sapendo di dare in affitto le case poi utilizzate dalle affittuarie per prostituirsi. I carabinieri invitano la popolazione a segnalare movimenti indicativi del fenomeno. Le indicazioni verranno trattate con il massimo rispetto della privacy.