Violenza nell'ascensore dell'ospedale, a processo operatore socio sanitario

Citato il Santa Maria per l’assenza di telecamere. L'accusa: "Abusò della paziente in barella"

L’arcispedale Santa Maria Nuova

L’arcispedale Santa Maria Nuova

Reggio Emilia, 27 ottobre 2016 – Turbata, ancora scossa per il ricordo, l’incubo di quanto avrebbe subìto tra le pareti dell’ospedale Santa Maria Nuova, laddove ogni paziente dovrebbe e vorrebbe sentirsi al sicuro.

È apparsa così ieri, in aula, una giovane reggiana di 31 anni, che ha denunciato un 28enne residente in provincia di Benevento per un presunto abuso che lei avrebbe subito il 27 agosto 2015 nella struttura sanitaria di viale Risorgimento. La denuncia è scaturita in un procedimento giudiziario: ieri il gup Angela Baraldi ha rinviato il 28enne a giudizio con l’accusa di violenza sessuale aggravata dall’abuso di prestazione d’opera e per le condizioni di minorata difesa in cui si trovava la donna.

Quel giorno la giovane aveva sentito forti dolori all’addome ed era andata al Santa Maria per sottoporsi a un esame diagnostico. La donna era stesa sulla barella e, stando al suo racconto, il 28enne, un operatore socio-sanitario, avrebbe cominciato ad accarezzarle il volto mentre l’accompagnava nella sala degenze. La madre della ragazza – che ieri era presente in aula – si era offerta a sua volta di stare vicina alla figlia in quel percorso, ma il giovane le avrebbe detto che non poteva prendere l’ascensore.

Così i due sono entrati nel mezzo mobile, dove si sarebbe consumato l’abuso sessuale: approfittando del fatto che lei era distesa sulla barella, ed era leggermente assopita dopo essersi sottoposta all’esame, sarebbe salito con una gamba sulla barella. Poi, si legge nel capo di imputazione, «con una mossa improvvisa e repentina si è abbassato i pantaloni, si è toccato il pene e lo ha strofinato sul volto della donna, scoprendole anche il seno».

Nonostante fosse sottoposta all’anestesia, la giovane si è accorta di quanto stava subendo, pur non riuscendo a difendersi: appena risvegliata ha raccontato tutto al posto di polizia dell’ospedale.

Ieri mattina la giovane, assistita dal legale Gianluca Vinci, si è costituita parte civile. Il fascicolo è stato seguito dal pm Stefania Pigozzi, mentre in aula era presente il pm Valentina Salvi. Il giudice ha deciso di rinviare a giudizio il ragazzo, che è assistito dal legale Nico Colangelo del foro di Benevento. L’avvocato Vinci ha anche presentato un’istanza di citazione dell’ospedale Santa Maria Nuova come responsabile civile, che è stata accolta dal gup.

«Siamo soddisfatti della decisione del giudice che ha valutato positivamente sia la nostra costituzione a parte civile sia la citazione della struttura sanitaria – commenta Vinci –. L’ascensore è andato in blocco per qualche minuto, senza che scattasse alcun allarme, e così si è consumata la violenza sulla mia assistita. Sono stati analizzati i filmati di entrata e uscita dall’ascensore: si vede che la ragazza, quando si riaprono le porte, scende a piedi. Abbiamo intrapreso questa battaglia legale anche per una questione di sicurezza del paziente, perché nessun altro possa ritrovarsi vittima di un abuso come quello subito dalla giovane».

La prima udienza del processo è fissata il primo febbraio 2017.