Il Fai: "Possiamo adottare il castello di Rossena"

Il presidente regionale: «Ha le caratteristiche per essere adottato da noi»

Il castello di Rossena

Il castello di Rossena

Reggio Emilia, 2 settembre 2014 - «Siamo lusingati dalla proposta lanciata da Philippe Daverio sulle pagine del Carlino, che pensa al Fai come possibile destinatario del castello di Rossena. Siamo molto legati a questo bene perché è inserito nell’itinerario matildico, che non è mai stato valorizzato in modo adeguato». Ci sono un moto di orgoglio e uno di polemica nelle parole di Marina Forni, presidente regionale del Fai, che interviene sulla messa in vendita da parte della Curia reggiana dello storico maniero nel comune di Canossa: «Ovviamente stiamo alla finestra, perché sta alla Chiesa la decisione sulla destinazione del castello. Anche perché, ogni volta che c’è la disponibilità per una donazione, una nostra commissione valuta se accettare il bene, dal momento che si pone il problema di mantenerlo e gestirlo».

Tuttavia il castello avrebbe, secondo Forni, i requisiti giusti: «È un castello di grande prestigio, non gigantesco, in ottime condizioni e molto bello. Non l’ho mai visto dal vivo, ma mi riservo di andarlo a visitare presto». A Reggio e nella nostra regione non ci sono monumenti di proprietà del Fai (che è una fondazione privata): tuttavia Forni anticipa che «in Emilia-Romagna stiamo valutando l’acquisizione di un bene». Forni dice che invece è fattibile un’altra idea di Daverio, cioè «inserire il castello nel censimento dei ‘Luoghi del cuore’ per riportarlo alla pubblica attenzione».

L’architetto Lorenzo Ferretti è il responsabile del Fai reggiano, che conta settecento iscritti. «Credo che si potesse fare di più per la gestione dei beni matildici nella nostra provincia. Sarebbe importante creare un circuito dei castelli regionali,di maggiore importanza rispetto a quelli della Loira: mettendo in rete i monumenti piacentini e parmensi con quelli reggiani, si potrebbe creare una sinergia che da sola varrebbe una settimana di soggiorno, con tante potenzialità anche per l’ospitalità e l’enogastronomia. Finora è mancato il gioco di squadra».

Cosa fare su Rossena? «Sarebbe un bene per tutti che il castello fosse valorizzato nella giusta maniera. Vorrei portare l’esempio del castello di Masino, in provincia di Torino: anni fa stava per essere messo all’asta, quanto il Fai ottenne un’opzione per sei mesi. Grazie a tre sponsor, che furono la Fiat, la Cassa di risparmio di Torino e il Gruppo finanziario tessile, il Fai riuscì ad acquistarlo». Ferretti è scettico sull’idea lanciata da Sgarbi, cioè la partnership Chiesa-imprenditori sulla gestione della Curia: «Non credo possa funzionare». Ma su un altro aspetto è invece d’accordo con lui: «Il prezzo che ho letto sul giornale, dai dieci ai venti milioni di euro, è troppo alto».

Per migliorare il turismo a Reggio, Ferretti ha una ricetta: «Puntare sull’arte contemporanea, copnsiderando che la Collezione Maramotti può fare da volano: questo può aiutarci a vincere la competizione delle città vicine».