La giustizia ingiusta

Reggio Emilia, 26 luglio 2015 - Allora: c’è una giustizia difficile da far capire alla gente comune, cioè alla gran parte di noi. Ancor più difficile da far capire a chi certi drammi li vive sulla propria pelle. Lo abbiamo raccontato ieri: l’assassino di Lorenzo Burani, ammazzato a 38 anni su un pianerottolo con sei colpi di pistola, è stato condannato a soli 12 anni. Va bene il rito abbreviato, il vizio parziale di mente. Tutto quello che volete, ma dodici anni di carcere per chi ha deciso di porre fine alla vita altrui (non vedo reato più “definitivo”) scaricandogli addosso un caricatore di piombo sono pochi. Sono niente.

Poi hanno escluso l’aggravante dei futili motivi e non capisco perché: il povero Burani aveva solo il torto di aiutare un vicino a traslocare. Non è futile ammazzare per questo? Capisco lo strazio dei familiari di Lorenzo (ne riferiamo a pagina 7). Badate bene, non si tratta di essere forcaioli: a un innocente in galera preferisco un colpevole fuori. E’ che se non ci mettiamo maggior severità, a partire dalla legislazione, non andiamo da nessuna parte. Storia di ieri. Maxi rissa in piazza: arrestati e già liberi. Rapina all’Oviesse: arrestato e già libero. Poi se qualcuno vuol fare le ronde, magari premendo un grilletto, chi glielo dice che è sbagliato?