Judith, la meteogiornalista tv: “Reggio resta nel mio cuore“

Volto noto delle reti Mediaset, vive a Milano “con nostalgia“

Judith Jaquet lavora per Mediaset

Judith Jaquet lavora per Mediaset

Reggio Emilia, 28 settembre 2014 - Parlare del tempo, per lei, non è una banalità. Ma questione di vitale importanza, come per gli inglesi. Judith Jaquet è il mezzobusto delle previsioni tv del Centro Epson Meteo – Meteo.it, appartenente al corporate Mediaset, un volto che i telespettatori italiani vedono tutti i giorni. Una faccia familiare, che viene dalla città del Tricolore.

Nata a Matelica, nelle Marche («ma vi ho trascorso solo pochissimi mesi»), Judith è reggiana a tutti gli effetti.

Trentasette anni, sposata, due figli, vive a Milano per lavoro, ma un pezzo di cuore lo ha lasciato qui. Compreso il suo liceo, che ricorda con grande riconoscenza.

Il suo attaccamento a Reggio è fortissimo.

«Sì, per vari motivi. Come si intuisce papà è francese, ma mia mamma Verenna Ferrarini, che tutti chiamano Vera, è reggiana. Sono stata cresciuta qui, dall’infanzia all’adolescenza. Nello specifico?Ho frequentato le elementari a Quattro Castella e ho le Terre Matildiche nel cuore. Poi ho fatto il liceo classico Ariosto, che ho adorato e che considero per me molto più formativo dell’Università. Scrissi anche una lettera quando è morto il professore di filosofia Ettore Borghi. Me la pubblicaste proprio voi del Carlino».

Poi?

«Mi sono trasferita a Milano a 19 anni, per iscrivermi all’Università Cattolica. Qual è il suo percorso di studi? Laureata con lode in Letterature straniere, indirizzo in Scienze della Comunicazione, ho poi frequentato il Master in Giornalismo Mediaset-Iulm Campus Multimedia, la scuola riconosciuta dalla Lombardia. Sono iscritta all’Ordine dei giornalisti, elenco professionisti, dal gennaio 2008».

Vita privata?

«Mi sono sposata giovane, dodici anni fa, e ho due bimbi piccoli. Ecco perché ero un po’ in apprensione prima. Dovevo capire chi andava a prendere i piccoli all’asilo, tra una diretta e l’altra (sorride)».

Suo marito è dell’ambiente?

«No, è un filosofo che insegna alla Cattolica».

Come è nato l’interesse per la meteorologia?

«Ho sempre avuto passione per i temi ambientali. Prima ho fatto diverse collaborazioni: da freelance, in uffici stampa, scrivevo pezzi mentre frullavo il tacchino per i miei bimbi. Ma era arrivato il momento delle scelte. Dopo anni di lavoro giornalistico mi sembrava una sfida molto interessante, così il meteo è divenuto tema portante del mio lavoro. Mi occupo di un argomento che incide quotidianamente e sotto vari aspetti sulla vita di tutti».

Da quanto tempo lavora a Meteo.it?

«Dal novembre 2011. Cercavano giornaliste che si occupavano di servizi meteorologici così ho sostenuto una selezione e mi hanno presa. Non ci ho pensato due volte. Lavoriamo in stretto contatto con gli esperti, siamo una squadra da tre anni. Il tema è tosto, considerato un mostro sacro. Ci vedete su Tgcom 24, che è un canale all news, e vado in onda sulle reti Mediaset: conduco le dirette su Studio Aperto e Rete 4, e a Mattino Cinque, sempre a rotazione con i miei colleghi. Il settore è molto cambiato negli anni».

Non è più l’annuncio di che tempo farà domani, e via.

«Esatto. Purtroppo a causa di cambiamenti climatici e surriscaldamento globale, si verificano eventi eccezionali come alluvioni, piogge intense e perturbazioni più alte dellla norma. Seguiamo passo passo l’evoluzione in negativo della giornata, con collegamenti in tempo reale sugli allagamenti un corso. È come una cronaca e il giornalismo viene fuori proprio in questo modo. Non si tratta più di presentare le previsioni, ma è una comunicazione costante dello stato di cose, con il radar della protezione civile. Un’impostazione del mestiere più anglosassone che italiana. A Tgcom 24 riusciamo a fare approfondimenti. Come il focus sul summit del clima a New York, il 23 settembre».

Nel tempo libero, che immaginiamo essere poco, in che cosa si diletta?

«Faccio la lavastoviglie (no, non scrivetelo questo). La giornata si riempie alla svelta. Nelle poche ore rimaste, mi interesso di arte e letteratura. Amo la poesia, la buona cucina e sono una tifosa di calcio. Inoltre mi appassiona tutto ciò che è ecologia e ambiente. Quel liceo indimenticabile...Sono stati anni davvero belli. Una universitas. Anche ora sento i miei compagni di classe della sezione E, Carlo Baja Guarienti, Elisabetta Grassi e gli altri. Vivo lontana e proprio per questo sento Reggio più vicina che mai. I miei zii lavorano a Montecavolo, la mamma sta ancora in città e appena posso scappo in Appennino e sulla pietra di Bismantova. Per me è sempre stata un luogo magico».