Ragazza annegata, la mamma: "Non sono riuscita a salvarla"

Andrea Begliardi, 24 anni, annega nell’Enza. La sorella salva il cugino

Andrea Begliardi, 24 anni, annega nell’Enza

Andrea Begliardi, 24 anni, annega nell’Enza

Canossa (Reggio Emilia),  «Ho rianimato mia figlia per venticinque minuti, ma non c’è stato nulla da fare...». Mamma Bruna ha gli occhi blu come quelli di Andrea, la figlia di ventiquattr’anni che ora non c’è più, annegata nel torrente Enza, a ponte Cedogno, nel comune di Canossa, tra Currada e Compiano. È rimasta sotto il sole cocente, per quattro ore, sul greto accanto al corpo della figlia, finché quest’ultima nom è stata portata via. Lei, le sue due giovani figlie – Andrea e Serena, madre di un neonato – e due amiche della 24enne erano venute ieri pomeriggio a prendere il sole sulle sponde del torrente, ‘mare dei poveri’ come il Po, così come fanno tanti per i quali il torrente è un luogo di relax vicino a casa. Ma non è la prima volta che, anche lungo l’Enza, le ore di spensierateza si trasformano in tragedia.

Come ieri pomeriggio: sono le 15 quando la giovane vittima, Andrea Begliardi, residente al Bocco di Casina, nel Reggiano, fa il bagno insieme al cuginetto di quindici anni, nelle acque che lambiscono il ponte di Cedogno. In quel punto il torrente salta da una cascatella e, nella pozza davanti, si fa più mosso e impetuoso. All’improvviso sia la ragazza, sia l’adolescente, si sbracciano: appaiono in difficoltà e vengono trascinati sott’acqua.

La sorella di Andrea, Serena, sta prendendo il sole insieme alla madre e a due amiche. La giovane si butta in acqua: riesce a portare a riva il ragazzino, salvandolo. Poi cerca disperatamente Andrea, ma questa è sott’acqua: soltanto dopo alcuni minuti riemerge e viene portata a riva dai parenti e altri bagnanti. Tra loro c’è anche la sua migliore amica, Giulia Battilori.

Mamma e sorella tentano di rianimare la 24enne. Accorrono l’elisoccorso di Parma, ambulanza e automedica di Traversetolo (Pr), ma non possono fare altro che constatare l’irreparabile. Il ragazzino viene portato all’ospedale Maggiore di Parma: le sue condizioni non appaiono critiche. Mentre le sponde si svuotano, i carabinieri di San Polo e di Carpineti ascoltano alcuni testimoni e i familiari. Ora la salma, recuperata dalla Croce Verde e portata all’obitorio di Coviolo, è a disposizione del pm Valentina Salvi. È da chiarire se l’annegamento sia dovuto a un malore, una congestione – qualcuno racconta che aveva mangiato poco prima – o al solo risucchio delle acque. «Andrea aveva tanti sogni – conclude la madre - ma ora è tutto finito». E nei suoi occhi blu cala il nero.