«A San Prospero ho visto signore dignitosissime comprare Moncler a 50 euro...»

L’assessore al commercio: «Ma c'è una legge per multarle: può essere illecito amministrativo»

Gli abusivi di San Prospero (foto Fb)

Gli abusivi di San Prospero (foto Fb)

Reggio Emilia, 27 novmebre 2015 - ACQUISTARE merce di sospetta provenienza è comportamento sanzionabile con una multa da 100 a 7mila euro. Chi acquista dai vucumprà, come avvenuto martedì durante la festa di San Prospero, rischia dunque una bella multa.

A ricordarlo è l’assessore Natalia Maramotti. Nel dettaglio, a regolamentare la materia sono tre interventi legislativi successivi: l’ultimo è l’articolo 17 della legge 99/2009 che interviene per integrare e in parte modificare le leggi 146 del 2006 e 80 del 2005.

Cosa dice la legge? «È punito con la sanzione amministrativa pecuniaria fino a 10mila euro (elemento poi modificato dalla legge del 2009, con un massimo fino a 7mila euro, ndr) l’acquisto o l’accettazione, senza averne prima accertata la legittima provenienza, a qualsiasi titolo di cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà intellettuale». 

Resta una domanda: questi comportamenti, molto diffusi a San Prospero vista l’invasione di abusivi, sono stati adeguatamente colpiti o no? Qualcuno ha fatto delle multe? Domande a cui bisognerà trovare una risposta, per scongiurare una nuova invasione di abusivi.  Intanto l’assessore Maramotti conferma la linea del Comune su quanto accaduto: niente ordinanze, azione di prevenzione e informazione. 

Natalia Maramotti  

ASSESSORE Maramotti come valuta l’operato delle forze dell’ordine martedì? «In una situazione come quella che si era creata, con il rischio di un fuggi fuggi generale in mezzo a persone inermi e anche anziane, è stato fatto un ragionamento sulla riduzione del danno. È stato evitato che ci fossero altri feriti oltre agli agenti».  Che cosa può fare il Comune per evitare la situazione che si è creata?  «Lavorare sotto vari profili: informativo, culturale, di prevenzione. Poi la repressione va fatta. Ma su quest’ultima, non è mio compito definirne la modalità: ha estrema competenza chi si occupa dell’ordine pubblico».  Che intende per prevenzione? «Anche chi ha fatto solo un esame di economia sa che un mercato c’è quando si incontrano un’offerta e una domanda, e la domanda in questo caso è molto reggiana. Bisogna lavorare sul fronte dell’abusivo ma anche su quello di chi acquista. Non è reato acquistare, ma è un illecito amministrativo e la multa prevista è pesante. Sono stata in città tutto il giorno e ho visto diverse signore dignitosissime, elegantissime, reggianissime, che compravano Moncler a 50 euro. Anche se tutti sanno che in negozio quel prodotto ha un altro costo. Non sarà ricettazione, non sarà incauto acquisto, ma può essere un illecito amministrativo».  I consumatori quindi devono fare la loro parte.  «Oltre a prefettura, Comune e associazioni del commercio, vanno coinvolte anche le associazioni dei consumatori, che non sono affatto amiche dei contraffattori: sanno che dietro c’è la regia della criminalità organizzata».  Ma il Comune non potrebbe fare un’ordinanza ad hoc?  «Ci sono già norme di rango nazionale. Mentre l’ordinanza ha lo scopo di ridurre un diritto, non di definire un oggetto che è già sanzionato». Quindi le forze di polizia potrebbero già sanzionare i clienti degli abusivi? «C’è una norma vigente. Poi credo che non si possa agire per opposti estremismi, ma cercare la collaborazione con il cittadino».